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Airgest, i conti sono in rosso: buco da 16 milioni

Dalla relazione del presidente del consiglio, Peppe Poma, sono emersi «numeri» da far paura. Visto il debito c'è un rischi concreto di default

TRAPANI. «Per sostenere la gestione dell'azienda che gestisce l’aeroporto e di cui la Provincia è socio di maggioranza, quante somme occorrono, se occorrono, ancora entro l'anno?» L’interrogativo, pensantissimo, è rimasto senza risposta nella seduta straordinaria dedicata all’Airgest del consiglio provinciale di ieri mattina, per l’assenza sia dei rappresentanti del vertice aziendale che dello stesso commissario della Provincia Alessandra Giammanco, che, comunque, difficilmente avrebbe potuto dare risposte perché insediata da pochi giorni. Dalla relazione del presidente del consiglio, Peppe Poma, sono emersi «numeri» da far paura. «La relazione del Collegio sindacale al bilancio di Airgest per l'esercizio chiuso al 31 dicembre 2011 - ha detto Poma - attesta, fra l'altro, dal 2007 in poi, la crescita esponenziale del disavanzo di gestione nonché la sussistenza di debiti per un ammontare di oltre 16 milioni e 300 mila euro. Il Collegio sindacale rileva, a questo proposito - ha aggiunto - che questi debiti hanno subito un aumento di 2.147.062 euro rispetto all’ammontare di 14.159.873 dell'anno 2010, allorquando subì un aumento, rispetto all'anno precedente, di 5.826.329 euro». L'incremento dei debiti registrato nel 2011, anche se di più ridotte dimensioni rispetto a quello rilevato nel 2010, ha fatto considerare al presidente del consiglio che la società sarebbe «esposta ad un permanente rischio di default, in presenza dell'antieconomicità della gestione e di apporti di mezzi finanziari insufficienti».
Altre richieste dell’Aula rimaste inevase quelle relative alle eventuali novità circa i tempi di promulgazione del decreto interministeriale per l'affidamento all'Airgest della concessione trentennale dell’aeroporto nonché sull'utilizzo dei 2 milioni di euro concessi dalla Regione e sulla promessa dei 10 milioni fatta dal Governo nazionale a parziale ristoro dei danni subiti in conseguenza della crisi bellica con la Libia che ha anche comportato il dirottamento a Palermo di una serie di tratte svolte dalla Ryanair e non più «restituite».

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