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Trapani, un ko che fa male. Baldini: "Lezione che servirà"

Il Trapani è tornato alla dura realtà del campionato di Serie B. Dopo i due successi consecutivi contro Livorno e Chievo, i granata sono crollati in casa della capolista Benevento rimediando un eloquente 5-0 che non lascia attenuanti all'undici di Baldini, surclassato da una squadra fortissima destinata a tornare nel massimo campionato.

Una batosta che però non fa perdere la fiducia nella salvezza al presidente Giorgio Heller: «Abbiamo la consapevolezza che contro la prima della classe potevamo perdere, anche se non in quella maniera - ha commentato all'indomani della sconfitta il numero uno granata - ma abbiamo altresì la consapevolezza che il Trapani si salverà».

Forse non era il «Vigorito» il campo più indicato per trovare punti salvezza ma il pesante passivo ha fatto tornare tutti con i piedi per terra dopo i due successi precedenti. Troppo forte il Benevento ma troppo fragile il Trapani, in alcuni frangenti della partita si è rivista la squadra di cristallo vista fino ad un mese fa, palloni persi banalmente in mezzo al campo e ripartenze brucianti degli avversari su cui i difensori granata non riuscivano ad opporre resistenza. È accaduto due volte nel primo tempo, come nel primo gol, su una palla persa da Ferretti su cui si è involato Sau a propiziare il vantaggio di Coda. Stesso copione nel raddoppio di Viola, quando da una palla persa da Corapi è nata la ripartenza culminata con il vistoso fallo da rigore di Fornasier su Maggio.

I granata hanno provato a rimediare, ma che dopo aver fallito una buona occasione con Pettinari ad inizio ripresa si sono sciolti nel finale subendo altri tre gol. Quasi rassegnato Baldini, che non ha digerito il crollo finale: «La squadra per settanta minuti ha provato a tenere testa ad una squadra fortissima - ha commentato il tecnico toscano - la cosa che mi ha dato fastidio sono stati gli ultimi 20 minuti perché noi non siamo una squadra che può permettersi mai di abbassare la guardia. Il gol preso da metà campo da Carnesecchi è l'emblema dell'aver abbassato la testa e non possiamo permettercelo».

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