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Caso Catania, Daì e Terlizzi si difendono: "Accuse incredibili"

TRAPANI. «Non so cosa sia successo. Io sono qui a Roma per un controllo dal professor Mariani. Per me l'importante è che il tendine stia bene per rientrare in campo al meglio a settembre. Del resto non so nulla. Combine Catania-Trapani? Io ricordo che abbiamo perso sul campo: la partita l'hanno vista tutti. Parlano i fatti; le chiacchiere invece le lascio agli altri».

Così, ai microfoni di Sky, il difensore del Trapani, Christian Terlizzi, il cui nome è stato tirato  in ballo a proposito dell'inchiesta sul Catania e sulle possibili partite combinate. «Ricordo inoltre grandi emozioni: tornavo da ex a Catania, dove avevo trascorso quattro anni bellissimi. In più avevo fatto il gol, su rigore, del nostro momentaneo vantaggio (uno a zero). Poi abbiamo perso 4-1, è vero, ma è un risultato che ci può stare: di fronte avevamo una squadra costruita per vincere il campionato. Mi dispiace per le cose vengano ingigantite, come spesso succede nel calcio: evidentemente c'è qualcuno che si diverte a chiacchierare parecchio e che cerca soltanto di farsi un pò di pubblicità», ha aggiunto il difensore dei granata, che ha militato nel club etneo dal 2007 al 2011, nonchè nel Palermo dal 2003 al 2006.

«Ogni sabato aspettavo pazientemente il mio turno per giocare e vestire la maglia granata, che amo. È incredibile che qualcuno mi accusi di aver fatto qualcosa che danneggi la mia squadra, la mia società e i miei tifosi. Facciano tutto quello che vogliono: scavino nei miei conti, mi controllino, mi perquisiscano. Troveranno solo la trasparente verità della mia vita da 'operaiò del pallone, innamorato della squadra per cui gioca». Si difende così, in un post pubblicato sulla sua pagina di Facebook, Nino Daì: il difensore del Trapani è tra gli indagati nell'inchiesta

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