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Vendemmia, previsto un calo del 40 per cento nel Trapanese

TRAPANI. Nonostante il calo di produzione (dal 35 al 40%), in provincia di Trapani, i produttori di vino di qualità che hanno curato i vigneti colpi dalla peronospora, dovrebbero ottenere - facendo un confronto con gli anni passati - risultati accettabili dal punto di vista remunerativo. Il mercato, seppur in maniera debole, sembra premiare i vini pregiati. Purtroppo, molti viticoltori non hanno più neppure i soldi per curare le malattie dei vigneti. E non investendo ricaveranno sempre meno.
La vendemmia è ancora all'inizio. Purtuttavia, il presidente provinciale di Acli Terra, Leonardo Peralta, sostiene che "le proiezioni fanno ben sperare". "I primi dati raccolti evidenziano un decremento della raccolta di circa il 40% rispetto allo scorso anno, sia a causa dei danni provocati dalla peronospora, sia per un fisiologico calo della produzione dopo la straordinaria annata 2013. La qualità delle uve tuttavia risulta ottima, aiutata da un’ estate fresca e senza ondate di calore. Buona è la resa dell’uva in vino. Per quanto riguarda i prezzi si registra invece un aumento stimato intorno al 30%. Una boccata d’ossigeno per i produttori vitivinicoli che confluiscono le uve in cantina".
Francesco Parrinello, enologo della cantina "Avanti" di Fulgatore è molto cauto nell'esternare ottimismo: "Oggi i viticoltori più fortunati, a fine vendemmia, pareggiano i conti". Poi aggiunge: "Certo, anche se il mercato è un'incognita, chi produce vini di qualità ed ha curato le piante colpite dalla peronospora, è avvantaggiato, perchè recupera la perdita della minore quantità di uve raccolte con la maggiore remunerazione riservata alla qualità". Nell'Agro trapanese le uve pregiate hanno registrato un calo quantitativo di oltre il 30%; "per i vigni autoctoni - dice Parrinello - dobbiamo attendere alcuni giorni prima di avere un quadro completo".
Più ottimista Dino Taschetta, presidente della Coop "Colomba Bianca" di Mazara del Vallo: "La qualità è buona, anche se registriamo fino al 40% di minore produzione per i vigneti di qualità". Un calo che per Taschetta "si prevede analogo anche per i vigneti autoctoni". Di positivo, il presidente di "Colomba Bianca" intravede "i segnali positivi, rispetto a qualche mese fa, dei mercati: il vino di altrissima qualità si venderà a buon prezzo, anche perchè il Paese è ricco di vini di scarsa qualità".
La provincia di Trapani, con i suoi 60 mila ettari di superficie vitata, rappresenta la parte più cospicua della produzione vinicola totale siciliana. Per Leonardo Peralta “bisogna trovare i giusti canali commerciali, con la vendita di prodotti confezionati, senza dover essere succubi di aziende non siciliane che molto spesso fanno business sfruttando il brand Sicilia". Ed un potenziale sostegno al comparto, per Peralta, può arrivare dal turismo enologico: "C'è bisogno di fare promozione! E visto che la provincia di Trapani è interessata da un flusso turistico crescente, occorre far venire i turisti dentro le aziende, dentro le cantine, fare toccare con mano quelle che sono eccellenze della nostra agricoltura".

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