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Trapani: soldi in cambio dell’auto rubata, due arresti

TRAPANI. Un «caffè» per la restituzione dell’auto rubata. La richiesta che due estorsori avevano avanzato ad un imprenditore trapanese. Il «caffè» era la somma che la vittima designata avrebbe dovuto sborsare per riavere la propria macchina. Somma da pattuire nel corso di un appuntamento per lo scambio. I responsabili della richiesta di denaro, però, sono stati arrestati, in flagranza di reato, dai carabinieri del Nucleo investigativo del comando provinciale di Palermo a cui si era rivolto l’imprenditore preso di mira. In manette sono finiti Marco Bisiccè di 25 anni e Umberto Faija di 22 anni, entrambi residenti nel capoluogo siciliano.
Dopo aver confessato, i due complici, chiamati a rispondere dei reati di ricettazione e tentata estorsione in concorso, sono stati sottoposti alla misura degli arresti domiciliari, in attesa di comparire davanti all’autorità giudiziaria.
Il furto è avvenuto, lo scorso giorno otto, davanti ad un bar di Erice, dove l’imprenditore aveva lasciato l’auto con il motore acceso per andare a prendere un caffè. Impossessatisi della macchina, i malviventi si sono dileguati, riuscendo a far perdere le proprie tracce.
La vittima, dopo aver tentato di contattare i ladri, telefonando al cellulare che aveva lasciato nell’abitacolo, è stato ricontattato dagli stessi. «Se rivuoi la tua auto - avrebbe detto uno dei due - devi venire a Palermo». L’imprenditore ha sporto denuncia ai militari dell’Arma che hanno fatto scattare la trappola. Nel luogo dell’incontro, a Palermo, nei pressi di un esercizio commerciale di viale Regione siciliana dove il derubato - da accordi telefonici - avrebbe dovuto «far prendere loro un caffè» - si è presentato con due carabinieri in borghese, spacciandoli per amici.
Giunto a destinazione il trapanese è stato avvicinato da due giovani, a bordo di uno scooter, che si facevano riconoscere agitando le braccia e mostrando le chiavi dell’auto e il telefonino cellulare della vittima.
Dopo aver reiterato la richiesta di denaro, i due palermitani sono stati immobilizzati dagli «amici» dell’imprenditore, supportati dai loro colleghi che avevano, nel frattempo, cinturato la zona per impedire ai ladri-estorsori ogni possibile via di fuga. Condotti al comando provinciale, i protagonisti della vicenda sono stati identificati e arrestati.

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