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Trapani, mercato del pesce in crisi: "Condizioni precarie e pochi clienti"

Gli operatori lamentano come la struttura lasci a desiderare dal punto di vista igienico-sanitario e maggiori attenzioni verso la categoria

TRAPANI. Acquirenti di diversa provenienza gremiscono i banconi colmi di ogni ben di Dio, ma guardano a lungo, prima di comprare: «Quello di Trapani è il mercato del pesce che amiamo di più in Sicilia, è famoso e appena siamo nei paraggi facciamo la scorta - afferma l'agrigentino Federico Nobile - magari ce ne fosse uno simile da noi». E intanto i pescivendoli consigliano con cura anche il cliente di passaggio, al quale dispensano ricette locali. Infine però sorridono con espressione amara e rassegnata.

«E' un comprare "mordi e fuggi"- afferma Giuseppe Rizzo, dal suo punto vendita - da gennaio è un disastro. A causa della crisi economica e per le condizioni del mercato, nella brutta stagione qua si soffre troppo il freddo. Prima, sia turisti che trapanesi sostavano per comprare, andava bene il pesce al taglio, spada, cernia e tonno, ormai scelgono solo in base al prezzo. Quest'anno ha influito anche il cattivo tempo, spero che in questi giorni di festa si venda di più». «Sta andando malissimo - aggiunge Mario Grasso - forse influisce pure la struttura del mercato e le condizioni igieniche che lasciano molto a desiderare. Rispetto agli anni addietro, anche i turisti sono pochi». E Giuseppe Siragusa conferma: «I concittadini non acquistano più come prima e i turisti sono pochi. Non hanno preferenze, apprezzano il nostro pescato, ma ribadiscono che non vogliono spendere tanto».

Ecco l'opinione di un cittadino, Baldassare Di Bono, che acquista il pesce per il suo ottantatreesimo compleanno: «Il nostro pesce è unico - le parole del trapanese - e anche se noi siamo abituati al mercato vicino al mare, questo è troppo esposto alle intemperie e ristagna molta acqua a terra. Sarebbe auspicabile la ristrutturazione del sito vicino che è al chiuso, adeguandolo alle norme igienico-sanitarie».

Si lasciano suggerire dal venditore ma infine scelgono pesce azzurro per risparmiare, l'inglese Carlotte Jansen e l'israeliano Igone Aloni,li osserva Gaspare Lipari e commenta: "Tutti ormai riflettono bene prima di acquistare-dice -c'è la corsa al risparmio eal pesce comune. Comunque il mercato all'aperto non va bene, siamo una categoria dimenticata".

C'è chi riesce a riderci sopra e scrive: "Qua, pesce spada "hip hop" occhio vivo e saltella", è il banco di Alberto Lipari, che precisa: va malissimo. La crisi è iniziata con l'euro e peggiora sempre, un tempo si risparmiava sul superfluo, oggi perfino sul mangiare, i clienti cercano l'offerta, anche se i prezzi accontentano tutti: sardine a 3 euro al chilo, sgombri da 4 a 5 euro, leminnoleche prima erano a 12-13 euro al chilo, ormai depongono le uova e si pescano più facilmente, sono scese a 5 euro. C'è il gamberone reale, da 30 a 40 euro, ma oggi, chi può permetterselo?".

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