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Trapani, il presidente: «Volevo fare qualcosa di importante per la città»

Morace: «Non avrei mai pensato di confrontarmi con il Palermo di Zamparini»

TRAPANI. Vittorio Morace è il 38° presidente del Trapani calcio. L’armatore dell’Ustica Lines ha assunto la guida della società granata nell’estate 2005, ricevendone «le chiavi» dall’allora sindaco Mimmo Fazio cui era stata affidata. Dopo Andrea Bulgarella (1990 - 1988/99) il più presidente più «longevo».

PRESIDENTE, QUANDO È ARRIVATO AL TRAPANI, ALLORA IN D, AVREBBE MAI PENSATO DI SCRIVERE UNA PAGINA DI STORIA COME QUELLA DELLA PROMOZIONE IN SERIE B?
«Sicuramente no, anche se mi sono sempre ripromesso di fare qualcosa di importante per la città, pure dal punto di vista sportivo. D’altro canto si sa che ho assunto la guida del Trapani per spirito di servizio nei confronti della città dove è cresciuta la mia azienda. Per quello che riguarda il record di Bulgarella, lo voglio frantumare».

E AVREBBE MAI PENSATO CHE SI SAREBBE TROVATO A CONFRONTARSI CON IL PALERMO DI ZAMPARINI?
«Assolutamente no. E, per il Palermo, mi dispiace veramente molto».

COME HA VISSUTO, E VIVE, QUESTA GIORNATA STORICA?
«Con grande esaltazione, la stessa, per la verità, che ho vissuto anche lo scorso anno, anche se il sogno è sfumato proprio alla fine».

LEI ALLO STADIO VA DI RADO. CREMONESE- TRAPANI L’HA VISTA IN TV?
«Troppa emozione. Sì, a casa, con i miei familiari, tranne mia moglie Anne Marie (direttore generale della società granata, ndr) che era a Cremona. È stata sua la prima telefonata che ho ricevuto, ma non si capiva nulla, gridava come una pazza».

LA SCELTA DI ANNE MARIE MORACE COME DIRETTORE GENERALE E QUELLA DI DANIELE FAGGIANO COME DIRETTORE SPORTIVO, DA CHE COSA SONO STATE DETERMINATE?
«Dalla determinazione a dare un’impronta ancora più manageriale e professionale alla gestione della società. Negli anni scorsi si erano create tutta una serie di premesse che bisognava concretizzare».

C’È STATO UN MOMENTO IN CUI, NEL CORSO DELLA STAGIONE, HA CAPITO CHE IL TRAPANI SAREBBE APPRODATO ALLA SERIE B?
«Sì, quando l’arbitro ha fischiato la fine della partita di Cremona. Ma no, ho cominciato a crederci dopo la vittoria di Treviso, quando siamo andati per la prima volta abbiamo conquistato, in maniera significativa, la vetta della classifica, anche se poi l’abbiamo persa ed è iniziato il testa a testa con il Lecce».

DALLA CITTÀ, CHE COSA SI ASPETTA ADESSO?
«Non cerco gratitudine, mi basta l’affetto che mi hanno sempre dimostrato i tifosi. Piuttosto ci sarà da lavorare per adeguare lo stadio al nuovo campionato. Un discorso che investe le Istituzioni».

RIPARTIRÀ CON ROBERTO BOSCAGLIA COME ALLENATORE?
«Il tecnico ha tutta la nostra fiducia, ma, anche per scaramanzia, non abbiamo stilato ancora alcun programma».

L’OBIETTIVO DI MASSIMA PER IL TRAPANI IN SERIE B, COMUNQUE, QUALE SARÀ?
«Innanzitutto mantenere e consolidare la categoria. E, poi, come dicono, e hanno scritto in qualche striscione, i tifosi: il bello deve ancora venire».

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