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Il gambero della Louisiana invade le acque siciliane - Video

Il “Procambarus clarkii”, meglio conosciuto come il gambero rosso della Louisiana, ha invaso diversi bacini e fiumi della Sicilia. In cinque siti il gambero, definito come un crostaceo spietato, ora minaccia la fauna, con relativa perdita della biodiversità dei luoghi. Dal novembre 2016 in Sicilia opera un gruppo di ricercatori presso il Dipartimento Stebicef dell’Università di Palermo col compito di raccogliere segnalazioni, verificarle e documentarle. Esemplari di questo gambero sono stati avvistati nel fiume Irminio a Ragusa, nel fiume San Leonardo ad Augusta, ai Pantani di Venetico, in provincia di Messina, al canale Buttaceto sul fiume Simeto a Catania e al lago Rosamarina nei pressi di Caccamo, in provincia di Palermo. Il primo avvistamento in Sicilia risale al 2003, nella Riserva “Lago Preola e Gorghi Tondi” di Mazara del Vallo. «Quello che più ci preoccupa – spiega Federico Marrone, zoologo all’Università di Palermo – è proprio questa veloce espansione anche nei fiumi che, come si può ben capire, possono diventare ottimi canali di dispersione della specie in altri corpi idrici dello stesso bacino idrografico». Una vera colonizzazione che, in alcuni posti come ai Gorghi Tondi di Mazara del Vallo, ha stravolto l’habitat della Riserva. Si è assistito a un calo drastico di alcune specie anfibie, come rane, rospi, raganelle, ma anche di libellule, perché i gamberi della Louisiana si nutrono anche di larve e di uova, bloccando, di fatto, il ciclo della riproduzione. Questo tipo di gambero sopravvive all’essiccamento del suo habitat scavando profonde tane nel letto di canali e laghi, tane dove trova l’umidità necessaria a mantenerlo in vita fino alla successiva stagione umida. «Ma si ambienta anche in acque più fredde – spiega Stefania D’Angelo, direttrice della Riserva “Lago Preola e Gorghi Tondi” – ed è in grado di sopportare temperature piuttosto elevate e concentrazioni relativamente modeste di ossigeno disciolto». Secondo i ricercatori questo gambero proveniente dall’America è stato introdotto da qualche appassionato collezionista di specie esotiche che, prima l’ha tenuto in acquario, e poi l’ha abbandonato erroneamente nei bacini naturali.

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