CAMPOBELLO DI MAZARA. «Prima che oltre le Alpi, è necessario farlo conoscere qui l’olio extra vergine d’oliva prodotto da Nocellara del Belice». Il professor Giacomo Dugo dell’Università di Messina è stato chiaro: «È necessaria una maggiore educazione al consumo, a partire dai progetti nelle scuole – ha detto – è impensabile che non tutti, almeno in provincia di Trapani, consumino questo olio dalle caratteristiche eccellenti». Dugo è stato uno dei relatori al convegno “Saperi & Sapori d’autunno” di sabato scorso a Campobello di Mazara, promosso dalla Pro Loco “Costa di Cusa”, Comune e Regione. «Friggere con l’olio d’oliva? Si deve – ha ribadito Dugo – altro che olio di palma; quest’ultimo ha 50% di acidi grassi saturi, al polo opposto del nostro eccellente olio di Nocellara». A ribadire quanto detto da Dugo ci ha pensato lo chef Paolo Austero che ha preparato una darna di sgombro fritta in olio extravergine a 60° gradi, poi servita su panella di ceci e olive nere, con riduzione di melagrana. «Il mangiare bene si realizza non soltanto con gli ottimi prodotti, preferibilmente a chilometro o miglio zero, ma anche coi metodi di cottura e con gli abbinamenti che a prima vista potrebbero sembrare anomali ma che conquistano poi il palato». «Da settembre anche la Nocellara è parte integrante del nuovo disciplinare Igp Sicilia, che in tutta l’isola raggruppa 25 tipologie di olive. L’avere già ricevuto 1.100 richieste di certificazione in meno di due mesi, dimostra l’interesse che c’è verso il brand Sicilia, quello che, alla fine, riconoscono ed apprezzano i consumatori di tutto il mondo, ha detto Vincenzo Cusumano, direttore generale dell’Istituto regionale vino e oli di Sicilia. Dobbiamo puntare alla qualità, è da lì gli agricoltori potranno ottenere il giusto riconoscimento anche economico. I segnali, nonostante tutto, dai territori dell’isola arrivano. Quest’anno, ad esempio, abbiamo riscontrato proprio nella zona della Valle del Belice che l’extravergine ha avuto un valore di vendita di un euro in più rispetto agli altri oli siciliani. Se oggi abbiamo già certificato Igp 14 mila chilogrammi di olio, questo ci fa ben sperare. Garantire la tracciabilità, dalla raccolta sino al prodotto finito, è quello che chiede il consumatore attento e disponibile, perché no, a pagare il prezzo giusto che merita l’olio». L’esempio della promozione e valorizzazione degli oli di Spagna è stato illustrato da Gino Celletti (Haus World Olive Oil Business Chef Executive Officer), capo Panel a Milano. «In tutti i bar e ristoranti spagnoli, non appena ti siedi per consumare, ti offrono gratuitamente il pane con l’olio – ha detto Celletti – una piccola cosa, a costi ridottissimi, ma che ti da la possibilità di conoscere il prodotto. Ecco, anche qui, da queste piccole cose, potrebbe iniziare una campagna di promozione e valorizzazione dell’extra vergine». «Oggi, con questo convegno, segniamo un punto di inizio di un percorso concreto di valorizzazione – ha detto il sindaco di Campobello di Mazara, Giuseppe Castiglione – grazie all’impegno della Pro Loco “Costa di Cusa” che nel suo logo, non a caso, ha tradotto la “o” in oliva. Il ritrovarsi tutti insieme, tecnici ma, soprattutto, produttori e agricoltori, fa ben sperare in un percorso condiviso che guardi con interesse il comparto».