Una contestazione va avanti da un paio di giorni nella casa circondariale Pietro Cerulli di Trapani, ed è la cosiddetta protesta della "battitura", un modo per portare la "rivolta" dei detenuti all'esterno del carcere. I reclusi, con pentole e oggetti di ferro battono contro le sbarre delle finestre, tutti insieme.
Si tratta di una delle forme di contestazione più note dopo lo sciopero della fame, ed è un modo pacifico per comunicare con l'esterno e dire "ci siamo anche noi". La protesta della “battitura” non è passata inosservata tanto che un video girato qualche sera fa è diventato virale su internet (qui una parte), grazie a Mirko Federico che difende i diritti dei reclusi.
A protestare sono i detenuti della Sezione “Alta Sicurezza” in cui sono riuniti tutti i condannati per reati di tipo associativo (mafia, traffico di droga, etc.), che sono sottoposti ad una sorveglianza più stretta rispetto ai detenuti comuni. La protesta, fino a data da destinarsi, porta con sé diverse rivendicazioni (molte quelle che non potranno essere accolte perché vietate poiché provengono da reclusi riunchiusi in una sezione ad alta sicurezza) ma alle quali la direzione del carcere dovrà dare risposte: a cominciare dalla mancanza di acqua calda.
Un problema questo reale. Ma non dipende da direttive carcerarie,piuttosto dall'acquedotto comunale, a tal proposito è stato assicurato che questo problema sarà risolto con l'arrivo dell'anno nuovo. I detenuti della Sezione in questione (si parla di oltre 70 persone) nella lista di rivendicazioni lamenterebbero infatti, il razionamento dell'acqua calda. Un razionamento tale da non riuscire a fare una doccia.
E ancora nella lista delle rivendicazioni ci sarebbe anche il fatto che la spesa ha dei limiti. Insomma è molto restrittiva e non possono prendere quello che desiderano. Dicono che non c'è una saletta e che rimarrebbero rinchiusi anche per 20 ore al giorno. In quest'ultimo caso ci dicono che ci sono attività scolastiche e lavorative dedicate per questa sezione e quindi si può lasciare le celle. E le richieste sono ancora tante.
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