I beni confiscati hanno un valore di oltre 15 milioni e sono una società di capitali nel settore dell'edilizia, 39 appartamenti, magazzini e negozi fra Trapani ed Erice, 9 immobili di un complesso turistico residenziale a Levanzo, ma anche due terreni ed un conto corrente bancario. Si tratta del "tesoro" dell'imprenditore edile trapanese Giuseppe Ruggirello, 86 anni, un patrimonio che è passato allo Stato su provvedimento del Tribunale di Trapani - Sezione misure di prevenzione, ed eseguito dalla Direzione investigativa antimafia.
Dalle indagini emerge che «sin dagli anni ‘90, l’imprenditore Giuseppe Ruggirello, sarebbe entrato a far parte di un contesto societario controllato da persone legate alla cosca mafiosa locale, fornendo liquidità per ripianare esposizioni con il sistema bancario». In sostanza, l'imprenditore avrebbe fatto da prestanome delle quote spettanti ad alcuni esponenti mafiosi tra i quali Vincenzo Virga, ritenuto capo del mandamento di Trapani, e avrebbe consentito alla società della quale aveva rilevato alcune quote di effettuare «un’importantissima e redditizia speculazione immobiliare perpetrata attraverso il tipico metodo mafioso, come quello di esercitare pressioni sugli uffici comunali affinché modificassero la destinazione d’uso di un appezzamento di terreno per la realizzazione di villette residenziali».
Il terreno in questione, come si legge in un articolo di Laura Spanò sul Giornale di Sicilia in edicola, è il Fondo Alberillo alla periferia di Trapani a ridosso della rete ferroviaria, poi sottoposto a sequestro nell’ambito di un procedimento penale a carico, tra gli altri, di un imprenditore la cui posizione venne definita con l’archiviazione per morte dell'imputato.
Dalle indagini sarebbe emersa l’esistenza di uno «schema giuridico» attraverso il quale Giuseppe Ruggirello, aveva acquistato l’area edificabile sottoposta a vincolo giudiziario e sulla quale aveva ottenuto un’importante concessione edilizia, interponendo nel rapporto di compravendita una nuova società la Smg, costituita ad Alberobello in Puglia, solo per eludere eventuali controlli da parte dell’autorità giudiziaria.
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