Il porto di Trapani blindato ma accogliente. Le persone scendono silenziose dalla Sea Eye 4. Ogni tanto arriva un coro di gioia: «Italia, Italia». Sono 847, quasi 170 i minorenni, tanti i bambini e 5 donne incinte. Il silenzio è rotto dai passi e della burocrazia. Prima assistenza, poi tampone, poi riconoscimento, solo dopo il trasferimento. Uno schema ormai consolidato per i numerosi operatori presenti al Molo Ronciglio. Trapani, da anni, è ormai città di accoglienza.
Tutte le forze dell’ordine sono presenti in forma massiccia ma altrettanti sono coloro che provano a recepire qualche informazione, qualche storia, da queste persone arrivate al bordo della nave della Ong tedesca. La macchina predisposta dalla Prefettura di Trapani, guidata da Filippina Cocuzza, è rodata. Le due navi quarantena sono pronte e aspettano poco fuori le acque del porto. La prima, la Gnv Azzurra, entra in porto alle 17.30 circa, servirà per la quarantena Covid.
Quando sarà al completo, si utilizzerà la sua gemella. Rimarranno in rada al largo delle coste trapanesi con tamponi che saranno effettuati con regolarità. Sono tante le nazionalità rappresentate sopra la nave ma provengono tutti dall’Africa: Guinea, Somalia, Costa d’Avorio, Nigeria, Egitto, Togo e Mali. Molti presentano ferite, ustioni. In Libia alcuni sono stati torturati. I bambini ricevono giochi, attenzioni, colori e fogli dove disegnare con i volontari della Croce Rossa Italiana, dell’Unchr e Save the Children. Le operazioni, verosimilmente, si prolungheranno per tutta la notte.
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