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Natale a casa per i pescatori di Mazara arrestati in Libia, il racconto del capitano Marrone

Per loro è stato forse il più bel Natale. Parliamo dei pescatori di Mazara del Vallo, tornati a casa proprio a ridosso della “festa più bella”.

Umiliazioni, paure, l’incubo di non poter riabbracciare più i loro cari: in Libia i 18 pescatori hanno probabilmente vissuto il periodo più duro della loro vita. Adesso è tutto passato, per loro le feste in famiglia, la paura però resta.

Pietro Marrone, capitano della Medinea, ci racconta il suo Natale: “E’ stato bellissimo, davvero il più bel Natale. Stare con la famiglia è meraviglioso, un’emozione indescrivibile. Sì, è davvero stato il più bel Natale della mia vita. Ora proviamo anche a tornare alla normalità, non è facile, ma siamo uomini di mare e dobbiamo mettercela tutta”.

Il carcere in Libia, le vessazioni, maltrattamenti, umiliazioni: un duro periodo che difficilmente potrà essere dimenticato: “Difficile davvero, un po’ tutti abbiamo avuto dei momenti davvero in cui stavi per crollare. Anche io mi chiudevo in bagno e dicevo ‘ce la devo fare, ce la devo mettere tutta’. Vivevamo con i topi, insetti, scarafaggi. Un incubo. Avevamo anche paura di non potercela fare, c’era gente che pensava anche ai problemi economici che ovviamente poteva avere la sua famiglia”.

E adesso la voglia di tornare in mare e lasciarsi alle spalle un anno drammatico: “E’ tanta, abbiamo davvero voglia di tornare a lavorare perché siamo uomini di mare e in questo momento mi manca l’aria. Speriamo il prima possibile di tornare a lavorare anche per rimettere in moto l’azienda”.

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