Quasi mille persone hanno sfilato per il corso principale di Castelvetrano nell’ambito del corteo #sonocastelvetranesenonsonomafioso, organizzato da un cartello di associazioni e da liberi cittadini.
In prima fila anche gli scout dell’Agesci che in piazza della Repubblica hanno riposto una bandiera italiana dopo che da mesi quella originaria non esiste più. Attualmente il Comune della città è gestito da tre commissari prefettizi, dopo lo scioglimento per mafia.
Il corteo, nato per ribadire «l’orgoglio di essere castelvetranesi che con la mafia non hanno nulla a che fare» hanno ribadito gli organizzatori, in una prima battuta sembrava fosse stato organizzato in risposta alle parole del vice prefetto Salvatore Caccamo («una commissione che rappresenta lo Stato sul territorio non viene vista di buon occhio. La diffidenza iniziale non si è trasformata nell'auspicata collaborazione, purtroppo oramai non penso che sia una questione di diffidenza, ma di cultura»).
«Noi vogliamo collaborare con i commissari – ha spiegato Franco Messina, avvocato, uno degli organizzatori – ci siamo e vogliamo discutere con loro dei problemi della nostra città con l’ottima della risoluzione». In mezzo ai partecipanti anche ex amministratori (Giuseppe Bongiorno, Gianni Pompeo, Tonino Vaccarino) e don Giuseppe Undari, arciprete della chiesa madre della città.
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