Nelle campagne tra Santa Ninfa e Partanna, in provincia di Trapani, 45 soldati della Defense POW/MIA Accounting del Dipartimento americano della difesa, stanno scavando per trovare i resti umani di un pilota secondo tenente che, l’11 luglio del 1943, morì dopo un attacco tedesco.
L’aereo, un A-36 “Apache” in sorvolo sulla provincia di Trapani, venne attaccato e cadde in fiamme nelle campagne. Del pilota, dopo alcune ricerche storiche negli archivi e interviste a testimoni viventi di quei tempi, si è avuto certezza che i suoi resti non sono stati mai recuperati. Ora, dopo 75 anni, il Dipartimento americano della difesa vuole trovarli per «ridare onore a un fratello».
L’Agenzia Defense POW/MIA Accounting dal 2015 si occupa di trovare nel mondo i resti degli americani che sono morti sul campo o che sono stati prigionieri nei più importanti conflitti mondiali. In 41 nazioni sono 82 mila le vittime originarie dagli Usa, soltanto 27.500 nell’area euro-mediterranea, 1.400 in Italia. Tra questi c’è il pilota secondo tenente di cui in questi giorni, in un uliveto nelle campagne tra Santa Ninfa e Partanna, si cercano i resti: frammenti di ossa (se ne saranno trovati) sui quali, una volta portati nei laboratori ad Hawaii, si studierà il Dna tramite la tecnologia Next-generation sequencing.
«La nostra missione è quella di cercare, identificare e restituire ai familiari i resti dei nostri fratelli americani morti nel mondo durante i conflitti – ha spiegato l’ammiraglio Jon Kreitz, vice direttore dell’Agenzia e in questi giorni in visita agli scavi – non vogliamo lasciare nulla al caso ma ridare onore, anche dopo così tanto tempo, agli americani che sono caduti in conflitto».
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