TRAPANI. La Dia di Trapani ha notificato il decreto di confisca di parte del patrimonio immobiliare e societario riconducibile a Carmelo Gagliano, di 50 anni, imprenditore marsalese nel settore dei trasporti, considerato prestanome dei boss locali legati a doppio filo con la famiglia Riina di Corleone.
Gagliano è in sorveglianza speciale di polizia con obbligo di soggiorno nel comune di Marsala. L’uomo ha sempre svolto l’attività di autotrasportatore. Ha avuto il ruolo di amministratore all’interno della società di trasporti denominata “A.F.M. Autofrigo Marsala Soc. coop”, a cui era legato il boss Ignazio Miceli.
Tra i beni confiscati ci sono terreni, fabbricati, l’intero capitale sociale e il compendio aziendale della società “L.G.F. Trasporti srl” con sede a Mazara del Vallo, veicoli e rapporti bancari, per un valore di oltre un milione e ottocento mila euro. La società è legata anche ad affari tra il clan dei Casalesi e Gaetano Riina, fratello di Totò.
La società di trasporti è stata al centro di una vasta inchiesta giudiziaria condotta dalla Dda partenopea sulle infiltrazioni mafiose nel circuito della grande distribuzione ortofrutticola dell’agro pontino. Attraverso lo sviluppo di un ambizioso progetto investigativo portato avanti dal Codia di Roma, dal 2005, la Procura Distrettuale di Napoli ha portato alla luce, all’interno del mercato ortofrutticolo di Fondi (Latina), uno dei principali in Italia, un vasto giro d’affari da parte delle organizzazioni malavitose e una monopolizzazione del settore dei trasporti su gomma del clan dei Casalesi.
Quelle indagini avevano svelato le infiltrazioni ed i condizionamenti del clan Casalesi – Schiavone nelle attività dei principali mercati ortofrutticoli. Il clan partenopeo per avere il controllo esclusivo nello strategico settore dei trasporti dei ortofrutticoli sulle tratte da e per la Sicilia, aveva stretto una vera e propria alleanza con emissari imprenditoriali di Cosa nostra siciliana facenti capo a Gaetano Riina - fratello del più noto Totò - da anni residente nella provincia trapanese. Beneficiario principale, sul versante siciliano della provincia di Trapani, dell’accordo affaristico mafioso tra gli esponenti camorristi dei “casalesi” e i mafiosi trapanesi sarebbe stato appunto l’impresa “A.F.M. Autofrigo Marsala”, gestita da Ignazio Miceli e Carmelo Gagliano.
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