MARSALA. E’ stato incastrato il presunto assassino del Maresciallo Mirarchi grazie alle analisi dei tabulati telefoni, dalle immagini di telecamere di videosorveglianza e da un esame che ha permesso di rilevare tracce di polvere da sparo. Con queste prove Nicolò Girgenti,di 55 anni, proprietario della coltivazione di canapa indiana, è stato arrestato per l’omicidio. Ma cosa è successo la sera del 31 maggio 2016? Silvio Mirarchi insieme ad un collega della compagnia Carabinieri di Marsala stava perlustrando un fondo agricolo di Contrada Vintrischi, intorno alle 21.30. I due militari hanno sentito delle voci e dei rumori, provenienti da alcune serre poco distanti. I carabinieri si sono avvicinati e hanno intimato l’alt alle persone che hanno visto. E così è partita una scarica di proiettili che hanno colpito ai reni il maresciallo. L’attività investigativa ha permesso d’individuare Francesco D’arrigo, come responsabile della coltivazione dello stupefacente. Ma Girgenti fino al mese di marzo è stato il gestore delle serre e presidente di una società cooperativa a cui le stesse erano state concesse in affitto. Ma questo incarico è stato dato poi a D’Arrigo. Dalle indagini è emerso che nonostante il presunto omicida avesse dichiarato di essere rimasto a casa tutta la sera e di essersi addormentato intorno alle 22, in realtà, le analisi dei tabulati del suo telefono hanno dimostrato che era sveglio e soprattutto che la sua utenza agganciava la cella compatibile con il luogo dell’omicidio. Inoltre, la sua autovettura è stata ripresa transitare da due telecamere a circuito chiuso lungo la possibile via di fuga dal luogo dell’omicidio, proprio nei minuti successivi all’esplosione dei colpi di pistola. Nicolò Girgenti è stato sottoposto allo Stub, ovvero il tampone utile per la rilevazione di tracce da sparo, che ha dato esito positivo. Infatti, numerose tracce di polvere da sparo sono state trovate anche sugli indumenti del proprietario della serra. Le indagini hanno fatto emergere che Girgenti era il socio di D’Arrigo, ma infedele. Infatti, approfittando dell’assenza del partinicese nelle ore serali e notturne, stava rubando insieme a dei complici delle piante di marijuana. Le attività investigative continuano incessantemente per assicurare alla giustizia anche gli altri complici coinvolti nell’efferato omicidio.