“Per quel che mi riguarda,questo progetto nasceda un’idea di Michele, - spiega Giovanni Pepi - da un suoinvito. Si tratta infatti di un percorsoper me assolutamenteinimmaginabile. C’è nella propostache Canzoneri mi ha fatto,tuttavia, il senso del mio lavorofotografico, poiché mi ha invitatoa concentrarmi su un aspettofondante della mia ricerca, le lucie le ombre. C’è una battutache amo fare: nella vita spessoguardiamo senza vedere e vediamocose che poi non guardiamo.Faccio degli esempi: i nostrisguardi ogni giorno attraversanotante immagini, che peròmolto spesso non vediamo inmodo pieno; pensiamo peresempio alle pozzanghere, dovesi realizzano riflessi che costituisconosistemi di linee; oppurepensiamo alle vetrine, colpite insenso obliquo da una luce chepoisi confonde con altre luci; ecco,dentro l’ombra della vita comune,quotidiana, ci sono tantissimecose che l’occhio vede eche non fissa, cose che escludedal suo interesse. Al contrario, ame piace andarci dentro: mi piacefotografare le pozzanghere, levetrine, i rifiuti, andare sotto lefoglie degli alberi, dentro i cassonetti,andare lì dove si consumanopaesaggi meravigliosi. Eccoperché mi ha incuriosito questaavventura - la chiamo così -, nonci avevo minimamente pensato:è un’idea di Michele che ho accettatoper questa ragione“.
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