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Custonaci, il Parco Cerriolo rinasce: 300 nuovi alberi curati da giovani volontari

Il Parco Suburbano di Portella del Cerriolo a Custonaci, in provincia di Trapani, rinasce grazie alle cure di giovani volontari. Già l'anno scorso è stato avviato un progetto di rimboschimento che ha portato alla piantumazione di 300 alberi.

Il parco, che domina sul Golfo di Cofano, è gestito dal Comune che si avvale della collaborazione gratuita di Angelo Vassallo, un professore di Custonaci che insegna alle scuole medie. Vassallo è anche un artista e da sempre si è preso cura del territorio.

Purtroppo i numerosi incendi hanno devastato questo piccolo angolo di paradiso tra Erice e San Vito Lo Capo. A tal proposito, già dallo scorso novembre, è stata avviata un'opera di rimboschimento. Grazie alla collaborazione tra il Comune, il professore Vassallo e i cittadini, sono stati piantati tantissimi alberi alti più di due metri, Eritrine, Falsi Pepi, Terebinti, Olivi, Alberi di Giuda, Carrubi, Pini domestici, Ficus e alcune piante più piccole quali Oleandri, Mandorli, Cipressi, Melograni e Gelsi.

Mantenere il verde del Parco del Cerriolo è dispendioso ma a prendersi cura dei nuovi alberi saranno giovani volontari che sull'esempio - e dietro invito - del professore Vassallo si sono recati sul posto spontaneamente mettendo a disposizione il proprio tempo per innaffiare, prevenire, sistemare e abbellire il Parco.

“Più siamo e meglio proteggiamo il nostro territorio” - raccontano. Ci sono 300 alberi da innaffiare e l’entusiasmo, la collaborazione, tra i ragazzi e non solo, cresce con proposte concrete tipo creare un impianto di irrigazione per facilitare il lavoro e ottimizzare gli sforzi. “Il nostro obiettivo – affermano – oltre a quello di curare queste piante è riuscire ad arginare la piaga degli incendi. Insieme forse riusciremo a far capire che col fuoco non si va da nessuna parte. Il fuoco che nasce dal disprezzo per il bello e che porta solo alla morte della natura e degli animali”.

“Dove c'è presenza e vigilanza la malavita tira dritto – è solito dire Angelo a questi ragazzi - e là dove le istituzioni non arrivano, a prendersene carico deve essere il cittadino, perché il cittadino è comunità".

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