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Alle isole della Sicilia 153,3 milioni in tre anni: la sfida è spenderli tutti e bene

Piccole, non minori. Le isole sono state al centro del dibattito in occasione del primo appuntamento del nuovo direttivo 2023-2027 della Consulta regionale degli Ordini degli Ingegneri che si è tenuto a Favignana, «dove sono emerse tutte le bellezze e le criticità che caratterizzano le oasi siciliane immerse nel mare – dichiara Fabio Corvo, nuovo presidente della Consulta regionale degli Ingegneri che conta in Sicilia oltre 20 mila professionisti – che rappresentano le periferie d’Europa».

L’assise, organizzata dall’Ordine degli Ingegneri di Trapani, dalla sua Fondazione e dalla Consulta regionale – dal 26 al 28 maggio - con il convegno Lo sviluppo delle Isole minori: quale sostenibilità? ha aperto il dibattito sulle priorità e sulle difficoltà concrete da risolvere con i 153,3 milioni di euro (il 76,5% del totale dei fondi destinati dal ministero dell’Ambiente alle isole non interconnesse) per gli otto Comuni che raggruppano le 14 realtà isolane del Mediterraneo.

«Favignana conta 4.494 abitanti – ha affermato Francesco Forgione, sindaco delle Egadi – ma nei mesi estivi registra 50 mila presenze al giorno. A fronte di questo, non viene garantita la continuità territoriale con Trapani. È vergognoso che l’ultimo aliscafo debba partire alle 19.30: chi decide per noi, non ha contezza della situazione di isolamento che dobbiamo affrontare quotidianamente». E giù un elenco di criticità che aprono uno spaccato sulla condizione di insularità, sancita ormai dalla Costituzione, ma nei fatti ancora solo sulla carta. Dallo smaltimento dei rifiuti - «abbiamo solo due camion di organico al giorno» - al diritto alla sanità (un solo medico per a coprire tre isole, Favignana, Levanzo e Marettimo, e un infermiere stagionale). «L’acqua arriva solo con le navi – continua il sindaco -, i vigili urbani sono solo cinque; a Marettimo la scuola è monoclasse con due insegnanti per undici bambini dall’asilo alla terza media. La quotidiana insularità è difficile da gestire, impone limiti non commisurabili alla bellezza, alla ricchezza e all’idea di progresso custodita in questi luoghi. Per la riconversione ecologica delle Egadi potremo spendere 18 milioni di euro per i depuratori e i potabilizzatori - sono state approvate tutte le proposte: ma come vanno gestiti in tre anni i fondi con un ufficio tecnico che conta solo quattro impiegati?».

«La missione 2 del Pnrr punta alla rivoluzione verde e alla transizione ecologica – ha sottolineato Francesco Amodeo, della Direzione generale Incentivi energia del ministero Ambiente e Sicurezza energetica, che sciorinato i numeri del Piano di ripresa e resilienza – per la distribuzione delle risorse finanziarie abbiamo tenuto conto delle dimensioni, della popolazione, delle priorità di ogni comune. I fondi supporteranno la gestione del ciclo dei rifiuti, la mobilità sostenibile, l’efficientamento energetico e idrico, la produzione di energie rinnovabili. Occorre garantire la liquidità nelle casse dei comuni e prevedere le risorse umane professionali a supporto degli uffici tecnici impegnati nell’attuazione dei piani strategici di lavoro. Abbiamo già trasferito il 20% dei fondi assegnati, la sfida adesso è arrivare puntuali alle scadenze di giugno 2026». In una Sicilia al terzultimo posto in Italia, «per rapporto risorse spese e abitanti con 4 miliardi e mezzo di investimenti generati da Superbonus», come sottolineato da Domenico Prisinzano delll’Enea.

«Abbiamo messo sul tavolo proposte fattive e azioni prioritarie – ha concluso il presidente Corvo –. A Favignana siamo andati oltre i temi del turismo, perchè è necessario accendere i riflettori anche sulle criticità che frenano lo sviluppo e condizionano la vita di una comunità che nelle isole minori vive 365 giorni l’anno. Dobbiamo affrontare i prossimi anni all’insegna di una forte responsabilità etica. Dal dibattito - moderato dal giornalista de La Sicilia Mario Barresi - è emerso quanto sia rilevante rispettare il valore e il coinvolgimento dei professionisti nell’attuazione dei principi di sostenibilità a tutela dei territori insulari, quotidianamente segnati da limiti che vanno rimossi».

Al confronto hanno partecipato anche Giovanni Indelicato (presidente Ingegneri di Trapani), Giuseppe Galia (presidente Fondazione Ingegneri Trapani), Angelo Domenico Perrini (presidente Cni), Gianluca Burgio (professore di Progettazione architettonica, Kore di Enna), Damiano Galbo (Hydro Engineering), Paolo La Greca (presidente Censu), Salvatore Ombra (presidente Airgest), Giuseppe Renda (esperto in politiche di sviluppo territoriale), Michele Torregrossa (associato del Dipartimento Ingegneria Civile, ambientale, aerospaziale, deimMateriali, Università di Palermo), Anita Astuto (responsabile Energia e clima Legambiente Sicilia) e Andrea Fioravanti (head technical & operations merchant Lng Business Greenture, Gruppo Snam).

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