Nella settimana di chiusura del cartellone principale del Calatafimi Segesta festival Dionisiache 2019, direzione artistica di Nicasio Anzelmo, arriva nel teatro del parco archeologico di Segesta, domani alle 19,45, Giancarlo Giannini con “Le parole note”, un omaggio a Shakespeare, con il Marco Zurzolo Quartet. Il recital di Giancarlo Giannini è un singolare incontro di letteratura e musica: l’attore particolarmente esperto nell'analisi della parola recita una serie di brani e poesie al grande pubblico da Pablo Neruda, Garcia Lorca, Marquez, ai più classici come Shakespeare, Angiolieri, Salinas. Vari autori con un unico tema: l’amore, la donna, la passione e la vita. Giancarlo Giannini sarà accompagnato da una serie di brani inediti del sassofonista partenopeo Marco Zurzolo, suonati dal suo quartetto. Giancarlo Giannini con la sua recitazione, la sua voce calda e penetrante, condurrà gli spettatori in “atmosfere” mistiche, malinconiche, amorose, ed ironiche in un viaggio dal ‘200 fino ad arrivare ai giorni nostri. Grandi emozioni, varie atmosfere in un unico spettacolo. Ultimo appuntamento musicale, nell’ambito del Calatafimi Segesta festival Dionisiache 2019, domani alle 22, sulla collina del tempio, con “Play Wind”. Il trio di virtuosi strumenti a fiato viene sostenuto da un’incisiva sezione ritmica, articolando momenti di improvvisazione. Lo stile compositivo di Vincenzo Gervasi, nell’ambito del progetto Play Wind, nasce da una ricerca incentrata sulle possibilità espressive degli aerofoni (windinstruments) combinando elementi tipici del jazz con le varie forme musicali di derivazione afro-americana. Le partiture sono ricche di richiami al bebop e caratterizzate da strutture ritmiche incisive e peculiari dello swing. Da un labile confine tra musica scritta ed improvvisazione si sviluppa una solida trama espositiva. Vincenzo Gervasi (sax alto), Roberto Gervasi (fisarmonica), Davide Inguaggiato (contrabbasso), Gabriele Lomonte (chitarra), Davide Severino (tromba), Gehanghir Baghchighi (sax baritono). Sempre nell’ambito del Calatafimi Segesta festival Dionisiache 2019, direzione artistica di Nicasio Anzelmo, in programma sabato 31 agosto, alle 19.45, nel teatro del parco archeologico di Segesta, “Il canto delle sirene”, adattamento teatrale e regia di Ezio Donato, con Pippo Pattavina, Debora Bernardi ed Ezio Donato, musiche di Matteo Musumeci eseguite dal vivo alla fisarmonica da Gianni Amore. Il testo è costituito da un trittico, composto dai libri X e XII dell’Odissea di Omero a cui fanno seguito L’ultimo viaggio di Giovanni Pascoli e La Sirena di Giuseppe Tomasi di Lampedusa: due capolavori della letteratura del Novecento che ruotano intorno ai mitici lidi della Sicilia e alla metafora dell’incanto e dell’inganno delle sirene. Nella riduzione in forma scenica del racconto postumo "La Sirena", più noto con il titolo "Lighea", che fu scelto dalla vedova di Tomasi di Lampedusa, la narrazione fiabesca, sospesa tra realismo e dimensione fantastica, ruota intorno ad un anziano professore di greco che rivela ad un giovane amico il segreto di un magico amore, vissuto nell’estate in cui, ventisettenne, si era ritrovato in una località marina siciliana, diviso tra l'attrazione del mare e lo studio del greco per il concorso a cattedra. In questo frangente sarebbe esplosa in lui la passione ricambiata per una bellissima sirena, Lighea, il cui richiamo ha continuato a cadenzare i ritmi della sua vita. Nel poema “L’ultimo viaggio”, tratto dai Poemi Conviviali di Giovanni Pascoli, un Ulisse già vecchio racconta le sue peripezie attorno a una fantastica Trinacria, luogo di straordinari incontri, nella dimora di Eolo, fra Scilla e Cariddi, con la dea Calypso. Il mitico eroe di Omero e la sua Sicilia diventano, nell’immaginario letterario di narratori e poeti, dall’antichità fino a Dante e poi Pascoli, Saba e i contemporanei, la rappresentazione del conflitto eterno fra il desiderio alimentato dalla curiosità e le frustrazioni che i limiti dell’agire umano, avvertiti come insormontabili, impongono. Il canto delle Sirene diventa l’occasione per parlare della Sicilia e del suo rapporto con le altre culture antiche e contemporanee, ma anche del rapporto Nord-Sud. Le Sirene, presenti in tutti i mari del mondo, sembra che in Sicilia trovino sempre un fertile terreno di seduzione degli uomini. “Prometeo. Il mito del fuoco” è lo spettacolo che andrà in scena domenica 1 settembre, alle 19.45, nel teatro del parco archeologico di Segesta, e che chiude il cartellone principale del Calatafimi Segesta festival Dionisiache 2019, direzione artistica di Nicasio Anzelmo. Uno spettacolo di musica, teatro, danza e fuoco liberamente ispirato al Prometeo di Eschilo, Gide e Goethe. Prometeo, donatore del fuoco e quindi della saggezza e della disponibilità, diventa, per conseguenza, il promotore dello sviluppo umano, dall’animalità all’umanità, ma anche del Progresso (cieco e senza sguardo come lo stesso Dio). E l’uomo? Il tema si snoderà attraverso lo sviluppo della possibilità dell'uomo di capire la sua essenza e del suo privilegio di percepirsi al centro di un mondo grandioso e perfetto, asservito al suo bisogno e necessità. L'uomo risponde, questo è il tema centrale della performance. La performance si avvarrà: di un ensemble, un’'orchestra di musica barocca che dal vivo richiamerà alcuni compositori le cui opere fanno riferimento al mito greco. Con il Teatro del fuoco si inserisce l’elemento naturale e fondamentale per lo svolgersi del dramma mitologico. La regia, coreografia ed adattamento testi Landi Sacco, consulente musicale e direttore Roberta Faja, Cordes Et Vent Ensemble. Spettacolo del fuoco, maschere ed attrezzi scenici Valerio Genovese e Sabrina Firmaturi, scenografie e body painting Fiorella Bonanno. Interpreti Lucia Alfieri, Valerio Genovese, Clara De Rose, Landi Sacco, Giulia Mancino, Eleonora Amato. Ensemble Barocco “Cordes et vent ensamble”: violini Salvatori Guiscardo, Annalisa Scalia, Rosa Alongi, Martina De Sensi, Roberta Miano, Karla Bocaz, violoncello Giorgio Garofalo, contrabbasso Michele Li Puma, tromba Silvio Natoli, clavicembalo: Licia Tani, percussione Gaspare Renna, controtenore Giuseppe Montagno. I solisti del conservatorio “A. Toscanini” di Ribera con Filippo Adami (tenore) Valentina Capraro (soprano).