TRAPANI. Un museo dell’arte moderna e contemporanea a Trapani, con centinaia di opere che - senza ordine di valore - vanno da Carla Accardi, presente con il suo «Bianco oro» del 1965, al «Volto triste» e «Mani» in gesso (1999) di Jung Uei-Jung. In una sede arcivescovile storica e appena restaurata che inizia su base cinquecentesca, passata nei secoli da ufficio postale, comunale e d’Igiene a sede di scuole e di licei, destinata dalla Chiesa di Trapani e dal suo vescovo Pietro Maria Fragnelli a polo museale interdisciplinare: il Museo San Rocco. Domani sera l’inaugurazione, con il vescovo e le autorità, il direttore don Liborio Palmeri e il critico d’arte Eva Di Stefano, il vescovo emerito di Pisa Alessandro Plotti e il direttore della Galleria San Fedele di Milano Andrea Dall’Asta.
Una esposizione a vocazione ecumenica e interreligiosa, «un confronto fra la grande tradizione della Chiesa e tutti coloro che lo desiderano, a partire dai giovani», spega il direttore Palmeri. Un progetto che lo stesso vescovo indica come segno di grande apertura, «è un confronto culturale della chiesa cattolica con la contemporaneità e con altre esperienze religione, dall’Ebraismo all’Islam». Palazzo San Rocco, nel centro storico di Trapani, ha suggestioni architettoniche che collegano il sopra e sotto e il dentro e fuori in modo anche sorprendente e legate alla sua complessa storia di stratificazioni e di opere aggiunte. E se al piano terra le colonne dell’antica chiesa si perdono nel tetto, dalla parte opposta - al primo piano - emergono dal pavimento i loro capitelli «con effetto straniante – spiega il direttore dell’allestimento – e del resto in linea con il carattere imprevedibile dell’arte contemporanea». Testo di Delia Parrinello
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