Una serie di incongruenze e contraddizioni hanno portato all'arresto di Emanuele Bonafede e della moglie Lorena Lanceri, accusati di essere fiancheggiatori di Matteo Messina Denaro. Gli investigatori si sono messi sulle loro tracce una settimana dopo la cattura del boss, il 23 gennaio, giorno in cui la coppia si presentò alla polizia giudiziaria riferendo di aver riconosciuto dalle immagini diffuse in tv, un uomo che in passato avevano saltuariamente frequentato e ospitato in casa. I due raccontarono che Messina Denaro gli era stato presentata attraverso Andrea Bonafede, cugino di Emanuele, col nome di Francesco Salsi, medico in pensione. Dopo quelle dichiarazioni, la loro abitazione di via Mare a Campobello di Mazara fu perquisita, mentre sul loro conto la polizia giudiziaria iniziò a raccogliere informazioni.
Le riprese delle telecamere che incastrano i coniugi Bonafede
La versione fornita dai coniugi Bonafede fu subito smentita dai video registrati da una telecamera di sorveglianza installata vicino a un esercizio commerciale a pochi passi da casa loro. Dalle immagini analizzate dagli investigatori si arrivò alla scoperta che Matteo Messina Denaro dal 7 al 15 gennaio (giorno prima del suo arresto) era andato ogni giorno nell'abitazione dei Bonafede a ora di pranzo e cena, intrattenendosi a lungo con loro e spesso portando con sé prodotti alimentari. Le telecamere hanno infatti inquadrato più volte la macchina del latitante, la Giulietta Alfa Romeo, vicino alla casa dei due coniugi. Agli investigatori sono apparse evidenti le lacune nel loro racconto. «Si è trattato, del resto, di una ospitalità che ha senza dubbio avuto dei costi non irrilevanti per una famiglia non particolarmente benestante - si legge nella misura cautelare emessa dal gip - famiglia che quindi è del tutto irragionevole pensare che possa essersi assunta il pieno sostentamento di uno sconosciuto medico in pensione». Ma a insospettire gli investigatori è stato anche l'atteggiamento mostrato nelle immagini da marito e moglie, ripresi mentre uscivano di casa con fare circospetto per controllare la presenza di eventuali poliziotti o carabinieri e dare poi il via libera all'ospite che solo in quel momento lasciava l'abitazione. Le indagini non si fermano qui. Perché durante le visite in casa Bonafede, Matteo Messina Denaro avrebbe incontrato anche tante altre persone che gli investigatori stanno provando a identificare.
I rapporti tra Messina Denaro e i Bonafede
Dagli accertamenti emergono altri particolari: i rapporti tra i coniugi Bonafede e Matteo Messina Denaro sarebbero di lunga data e certamente precedenti al 2017, anno in cui il boss fece da padrino di cresima al figlio dei Bonafede. In quell'occasione, tra l'altro l'ex latitante donò alla coppia 6300 euro perché comprassero per conto suo al ragazzo un Rolex, poi recuperato nella casa della coppia e sequestrato. Le indagini hanno accertato che era stato comprato l'11 gennaio 2017 in una gioielleria di Palermo e la spesa era stata annotata in un pizzino sulle uscite del 2017. In quel caso Messina Denaro aveva registrato l'acquisto scrivendo: "6300 orol".