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Vandali a Marsala, petardi danneggiano il centro sociale di Sappusi: "Malessere tra i giovani"

“Non abbiamo mai pensato che fosse facile fare educazione sociale. Sappiamo che bisogna stare sul campo, accanto a questi ragazzi e lo abbiamo fatto, lo facciamo da anni, ma dobbiamo fare di più". Lo scrive Salvatore Inguì, direttore del servizio sociale per i minorenni di Palermo su quanto accaduto presso il centro sociale di contrada Sappusi a Marsala, danneggiato dai petardi.

"La nostra goccia nell’oceano spesso viene vanificata da fattori esterni - aggiunge Inguì -. Cerchiamo di mostrare loro, non raccontandolo, ma con i nostri comportamenti, l’adesione a modelli che siano il rispetto per gli altri, per se stessi e per l’ambiente. Il nostro compito non è la condanna, ma capire qual è il malessere sociale che ci stanno comunicando quelli che stanno compiendo questi atti”.

Un operatore dell’ufficio di Servizio sociale per minorenni ha scoperto che il centro era stato danneggiato da vandali. Ignoti hanno esploso un numero imprecisato di bombette fuori e dentro il centro danneggiando la porta dell’auditorium, il passamano dello scivolo per disabili, e una vetrata laterale.

Vandali a Marsala, i precedenti

Purtroppo non si tratta del primo danneggiamento. Lo scorso 11 maggio era stata presa a calci la porta d’ingresso ed erano stati divelti alcuni pannelli in plexiglass, scaraventati a terra dall’esterno, a seguire un altro danneggiamento era avvenuto il 30 agosto quando ignoti avevano colpito e frantumato una vetrata laterale con un corpo contundente e il vetro di una seconda porta laterale era stato preso a calci.

Poi l'8 settembre ancora i vandali si erano introdotti da una finestra e, una volta dentro, avevano danneggiato due porte degli uffici dell’Usmm e una porta degli uffici del Comune di Marsala. Infine il 13 settembre un altro danneggiamento alla porta della Libera palestra popolare che si trova sul retro della struttura. “Quanto accaduto è molto doloroso – hanno detto i volontari dell’associazione Libera – perché questa è una casa in cui si costruiscono buone pratiche, si lavora per fare e dare bene a questo mondo”.

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