Trapani

Lunedì 25 Novembre 2024

Mafia: a giudizio 18 presunti boss e fiancheggiatori di Messina Denaro, in 14 scelgono l'abbreviato - foto

Gaspare Como
Rosario Allegra
Vittorio Signorello
Calogero Giambalvo
Giovanni Mattarella
Dario Messina
Bruno Giacalone
Marco Buffa
Vito Bono
Nicola Accardo
Antonino Triolo
Giuseppe Tilotta
Giuseppe Paolo Bongiorno
Leonardo Milazzo
Angelo Greco
Filippo Dell’Aquila
Vincenzo La Cascia
Mario Tripoli
Raffaele Urso
Andrea Valenti
L’identikit di Matteo Messina Denaro

Rinviati a giudizio dal Gip di Palermo, Cristina Lo Bue, 18 dei 33 presunti mafiosi e fiancheggiatori di Cosa nostra nel Belicino, coinvolti nell'operazione "Annozero" del 19 aprile 2018. Nel corso del blitz furono 22 i provvedimenti di fermo emessi su richiesta della Dda. Tra questi, uno anche per il superlatitante Matteo Messina Denaro, la cui posizione, però, lo scorso 21 febbraio, è stata stralciata dal gup in quanto irreperibile, con rinvio al 21 febbraio 2020. La prima udienza del processo, davanti il Tribunale di Marsala, sarà il prossimo 28 maggio. I rinviati a giudizio sono due cognati del boss latitante, Gaspare Como e Rosario Allegra, rispettivamente di 50 e 65 anni; Gaspare Allegra, di 35; Vittorio Signorello, di 56; Giuseppe Tommaso Crispino, di 66; Calogero Giambalvo, di 43; Carlo Lanzetta, di 71; Giuseppe Orlando, di 50; Anna Maria Orlando, di 40; Nicola Scaminaci, di 46; Carlo Cattaneo, di 34, tutti di Castelvetrano. E ancora: Dario Messina, nuovo presunto reggente del mandamento di Mazara del Vallo; Giovanni Mattarella, genero del defunto boss Vito Gondola; Bruno Giacalone e Marco Buffa, ritenuti appartenenti alla stessa famiglia mafiosa; Vito Bono, di 59 anni; Giuseppe Accardo, di 35, e Maria Letizia Asaro, di 41, di Campobello di Mazara. A Gaspare Como si contesta un ruolo di vertice. Secondo l'accusa, infatti, il cognato del latitante sarebbe stato designato, per un certo periodo, quale "reggente" del mandamento di Castelvetrano. Nell'inchiesta, inoltre, è emerso l'interesse del clan nel settore delle scommesse on line, oltre ai reati di estorsione e danneggiamenti. Altre 14 persone, invece, hanno scelto il giudizio abbreviato. Sono Nicola Accardo, 54 anni, ritenuto il capomafia di Partanna (Tp); Antonino Triolo, di 49, anche lui di Partanna; i castelvetranesi Giuseppe e Bartolomeo Tilotta, di 56 e 33 anni; Giuseppe Paolo Bongiorno, di 30; Calogero Guarino, di 49; Leonardo Milazzo, di 40; Giuseppe Rizzuto, di 39; il mazarese Angelo Greco, di 50; i campobellesi Filippo Dell'Aquila, di 55, Vincenzo La Cascia, di 71, Mario Tripoli, di 46, Raffaele Urso, di 60, e Andrea Valenti, di 66. Per loro, il processo davanti al gup Cristina Lo Bue inizierà il 18 aprile. Nell'inchiesta è emerso l'interesse del clan nel settore delle scommesse on line, oltre ai reati di estorsione e danneggiamenti. Le indagini, inoltre, nel tempo hanno individuato ai vertici del mandamento mafioso di Castelvetrano altri due cognati di Matteo Messina Denaro, Filippo Guttadauro e Vincenzo Panicola, poi il fratello Salvatore Messina Denaro, e il cugino Giovanni Filardo. E ancora la sorella Patrizia Messina Denaro e i nipoti Francesco Guttadauro e Luca Bellomo.

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