Mafia: a giudizio 18 presunti boss e fiancheggiatori di Messina Denaro, in 14 scelgono l'abbreviato - foto
Rinviati a giudizio dal Gip di Palermo, Cristina Lo Bue, 18 dei 33 presunti mafiosi e fiancheggiatori di Cosa nostra nel Belicino, coinvolti nell'operazione "Annozero" del 19 aprile 2018. Nel corso del blitz furono 22 i provvedimenti di fermo emessi su richiesta della Dda. Tra questi, uno anche per il superlatitante Matteo Messina Denaro, la cui posizione, però, lo scorso 21 febbraio, è stata stralciata dal gup in quanto irreperibile, con rinvio al 21 febbraio 2020. La prima udienza del processo, davanti il Tribunale di Marsala, sarà il prossimo 28 maggio. I rinviati a giudizio sono due cognati del boss latitante, Gaspare Como e Rosario Allegra, rispettivamente di 50 e 65 anni; Gaspare Allegra, di 35; Vittorio Signorello, di 56; Giuseppe Tommaso Crispino, di 66; Calogero Giambalvo, di 43; Carlo Lanzetta, di 71; Giuseppe Orlando, di 50; Anna Maria Orlando, di 40; Nicola Scaminaci, di 46; Carlo Cattaneo, di 34, tutti di Castelvetrano. E ancora: Dario Messina, nuovo presunto reggente del mandamento di Mazara del Vallo; Giovanni Mattarella, genero del defunto boss Vito Gondola; Bruno Giacalone e Marco Buffa, ritenuti appartenenti alla stessa famiglia mafiosa; Vito Bono, di 59 anni; Giuseppe Accardo, di 35, e Maria Letizia Asaro, di 41, di Campobello di Mazara. A Gaspare Como si contesta un ruolo di vertice. Secondo l'accusa, infatti, il cognato del latitante sarebbe stato designato, per un certo periodo, quale "reggente" del mandamento di Castelvetrano. Nell'inchiesta, inoltre, è emerso l'interesse del clan nel settore delle scommesse on line, oltre ai reati di estorsione e danneggiamenti. Altre 14 persone, invece, hanno scelto il giudizio abbreviato. Sono Nicola Accardo, 54 anni, ritenuto il capomafia di Partanna (Tp); Antonino Triolo, di 49, anche lui di Partanna; i castelvetranesi Giuseppe e Bartolomeo Tilotta, di 56 e 33 anni; Giuseppe Paolo Bongiorno, di 30; Calogero Guarino, di 49; Leonardo Milazzo, di 40; Giuseppe Rizzuto, di 39; il mazarese Angelo Greco, di 50; i campobellesi Filippo Dell'Aquila, di 55, Vincenzo La Cascia, di 71, Mario Tripoli, di 46, Raffaele Urso, di 60, e Andrea Valenti, di 66. Per loro, il processo davanti al gup Cristina Lo Bue inizierà il 18 aprile. Nell'inchiesta è emerso l'interesse del clan nel settore delle scommesse on line, oltre ai reati di estorsione e danneggiamenti. Le indagini, inoltre, nel tempo hanno individuato ai vertici del mandamento mafioso di Castelvetrano altri due cognati di Matteo Messina Denaro, Filippo Guttadauro e Vincenzo Panicola, poi il fratello Salvatore Messina Denaro, e il cugino Giovanni Filardo. E ancora la sorella Patrizia Messina Denaro e i nipoti Francesco Guttadauro e Luca Bellomo.