CASTELVETRANO. La Cassazione ha confermato le condanne emesse in appello, a Palermo, nel luglio 2015, per Santo Sacco (ex consigliere comunale a Castelvetrano, ex consigliere provinciale di Trapani ed ex sindacalista); Gioacchino Villa, dipendente della "Ecol Sicula", e per l'imprenditore di Salemi Salvatore Angelo, arrestati con altre persone durante l'operazione antimafia "Mandamento" del 7 dicembre 2012 dai carabinieri, coordinati dalla Dda del capoluogo siciliano. Per l'accusa gli interessi del sodalizio, considerato vicino al latitante Matteo Messina Denaro, erano nel business della green economy. Per tutti in appello vi era stata una riduzione della condanna. Santo Sacco, al quale vengono contestati fatti risalenti all'epoca in cui era consigliere comunale (dal 2001 a parte del 2010), ha avuto 8 anni e 7, Gioacchino Villa 6 anni e 8 mesi e a Salvatore Angelo 8 anni e 2 mesi. Per Sacco la Cassazione ha rigettato il ricorso, mentre quelli di Villa e Angelo sono stati ritenuti inammissibili. La sentenza ha escluso che Sacco fosse organico e affiliato a Cosa nostra e lo ha condannato per concorso esterno e per una tentata estorsione. Secondo l'avvocato Franco Messina, legale di Sacco, "il relatore della Cassazione ha parlato di tentativo di estorsione e non è stato considerato che fra tentata e consumata vi sono almeno un paio di anni di pena in meno. Pur consapevoli dell'errore, hanno rigettato il ricorso". "Sto valutando - ha concluso - l'opportunità di non presenziare ad alcuna futura udienza in Cassazione, certamente non più alla seconda sezione penale: è troppa la delusione di una sentenza assolutamente ingiusta e che non ha voluto rilevare i gravi errori di legittimità commessi dai giudici di merito".