MARSALA. Una telenovela. Una storia... infinita. Ma anche, in casa Marsala 1912, un "tira e molla" ai vertici societari per il passaggio delle quote che, a questo punto, dopo tutte le umiliazioni subite dalla squadra (e, di riflesso, dalla città), definire vergognoso è poco. Può succedere così che, nell'arco di appena 24 ore, quando ci sarebbe stato da trovare subito un accordo per scongiurare una fine ingloriosa del calcio a Capo Boeo e l' ennesimo fallimento societario, l'amministratore unico Pino Occhipinti, abbia fatto, per ben due volte, dietro front, mandando tutto a carte quarantotto. E ciò dopo avere alzato troppo il tiro con gli imprenditori brasiliani Willson Rocha e Ribamar Mato che volevano rilevare la società (o meglio l' affitto del ramo d' azienda della gestione della prima squadra) e che sono andati via. E dopo, soprattutto, a poche ore dalla trasferta di Paceco, che lo stesso Occhipinti aveva dato precise assicurazioni al sindaco Di Girolamo che si sarebbe messo da parte ed avrebbe ceduto le quote in suo possesso, come già aveva fatto la "cordata Gerardi" consegnandole simbolicamente al primo cittadino, senza porre più alcuna condizione. DAL GIORNALE DI SICILIA IN EDICOLA. PER LEGGERE TUTTO ACQUISTA L'EDIZIONE DI TRAPANI DEL QUOTIDIANO O SCARICA LA VERSIONE DIGITALE