ALCAMO. Si dovrà attendere ancora qualche altra settimana, prima di conoscere il futuro dell’Alcamo. Ogni anno, in questo periodo, la società bianconera vive appesa a un filo sottile, che rischia di spezzarsi se si considerano i magri incassi dovuti alla scarsa presenza di pubblico alla sue partite casalinghe. Bastano gli sponsor e l’autofinanziamento a sostentare questa squadra? E, se non si risolve il problema della manutenzione del campo, non si ripresenta il rischio di emigrare a Salemi o a Castellammare del Golfo o a Custonaci come già avvenuto in altre occasioni negli ultimi anni?
«Al momento nessuna novità. A fine maggio sicuramente potremo pronunciarci», si è limitato a dire ieri il presidente Giovanni Grasso. Lungo le strade alcamesi, s’incontrano tifosi che anche nella stagione appena conclusasi non hanno rinunciato a seguire direttamente le partite dei bianconeri recandosi allo stadio. Ricordano ancora quando nell’Alcamo, oltre trenta, quaranta, cinquanta, sessanta anni fa, militavano «calciatori che in campo – rammentano - mostravano tutto il proprio attaccamento alla maglia. Guidati da allenatori come l’ex campione del mondo Gino Colaussi».
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