TRAPANI. Rischia di trasformarsi in un calvario quel che resta del campionato di A-2 Gold per la Pallacanestro Trapani. La parte già percorsa lo è stata di sicuro: l'ultima tappa domenica scorsa, all'ora di pranzo, nel derby contro Agrigento. A guardarle nel riscaldamento prepartita, le due squadre, nessuno avrebbe puntato un cent sugli agrigentini, solo a valutare lo scarto di taglia fisica fra le due formazioni.
E invece non conta solo quello, ma anche quel che c'è dentro la testa. Così succede che quando fiuta l'odore del sangue, si fa per dire, Agrigento si gasa, mentre Trapani si ritrae atterrita. Perché la squadra di Ciani è in fiducia e perfettamente consapevole dei propri limiti e delle proprie qualità, Trapani non ha autostima, sa di valere ma non riesce a dimostrarlo e quando il gioco si fa duro, trema, ovvero imbocca la strada più rapida per la sconfitta. Può essere riassunto così il derby di domenica, lasciando da parte l'altalena di emozioni vissute in 45' di battaglia. Trapani ha perso nella gestione dei possessi, 22 palle perse (14 nel primo tempo) rappresentano un'enormità che non si può concedere a nessun avversario. Acchiappato in extremis il supplementare (grazie anche alla scelta di Agrigento che, avanti di 3, ha preferito non fermare l'azione granata con un fallo), nei pochi secondi di interruzione Trapani ha perso fiducia, beccando immediatamente il break di 0-6 che ha deciso il match.
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