Avviato in febbraio, si è concluso l’intervento volto alla «riforestazione» della posidonia nella riserva naturale «Isole dello Stagnone» di Marsala. Si tratta della prima fase di un progetto che sarà seguito dagli interventi previsti dal più complesso progetto «Rinasce» che, con il Comune di Marsala, vede coinvolti anche il Libero Consorzio di Trapani (ex Provincia, gestore della riserva) e il Consorzio nazionale interuniversitario per le Scienze del Mare. Il finanziamento regionale per questo intervento pilota di “trapianto sperimentale di posidonia oceanica», al fine di testarne la fattibilità tecnica per una sua riproduzione su larga scala, è di circa 400 mila euro. «Dopo le indagini di mappatura per individuare le zone idonee al trapianto - spiega una nota del comune di Marsala - i tecnici di Planetek Italia, E-Geos e Biosurvey, anche tramite immagini satellitari, hanno realizzato due impianti sperimentali: una tra Punta Palermo e Punta Stagnone, l’altra tra quest’ultima e Punta dell’Alga. Sono stati trapiantati moduli portanti talee di posidonia, sulla scorta di quanto già realizzato nell’ambito di Pon di ricerca/innovazione sia a Capo Feto che nel golfo di Palermo. In particolare, l’impianto è stato realizzato impiegando un prodotto innovativo costituito da un modulo di ancoraggio biodegradabile. Un sistema a basso impatto ambientale utile per il fissaggio di organismi vegetali sul fondale marino, allo scopo di garantirne l’attecchimento e assecondarne il naturale sviluppo». Nello Stagnone, la posidonia oceanica sviluppa particolari formazioni che affiorano in superficie durante la bassa marea e che svolgono un ruolo fondamentale nell’ecosistema lagunare. Formazioni che sono di estremo interesse dal punto di vista ecologico, naturale e ambientale rappresentando, anche per la loro rarità, dei veri e propri «monumenti naturali». «L’obiettivo primario - dice il sindaco di Marsala, Massimo Grillo - è la riqualificazione e la valorizzazione della riserva grazie alla riattivazione della circolazione idrica lagunare. Ciò migliorerà la salinità e l’ossigenazione delle acque, riducendo gli effetti negativi su flora e fauna ittica. E il prossimo intervento sarà proprio quello di ripristinare alcuni canali della bocca nord e della zona settentrionale dell’Isola Lunga, al fine di migliorare la circolazione dell’acqua». Il riferimento è alla seconda fase del progetto «Rinasce», che ha già ottenuto un finanziamento di circa 1 milione e 150 mila euro (fondi Po Fesr 2014/2020) - finalizzato al «recupero delle condizioni ambientali del bacino dello Stagnone e che include un sistema di sensori che ne monitorerà gli effetti, con contestuale analisi della qualità delle acque. Un’altra finalità del progetto è quella di realizzare un piano di comunicazione ed educazione ambientale a beneficio della conoscenza dell’area, in cui saranno coinvolti cittadini, operatori turistici, visitatori e cittadini.