Provi un tuffo al cuore quando entri in quella stanza al secondo piano dell’ex palazzo di giustizia di Marsala. È come fare un viaggio a quel 4 agosto 1986 giorno in cui l’allora magistrato Paolo Borsellino assumeva l’incarico di Procuratore della Repubblica di Marsala, incarico che ricoprì fino al 5 marzo del 1992, anno in cui fu ucciso dalla mafia (19 luglio) assieme agli agenti della scorta. Da oggi quell’ufficio è tornato a vivere, a respirare, quasi si sente il profumo dell’immancabile sigaretta che il magistrato teneva sempre accesa in mano. Nel corso di una conferenza stampa o di una intervista. E lì troverete anche il suo posacenere. «Quello che viene inaugurato alle 9,30 è un museo - ribadisce il giudice Fabrizio Guercio (presidente Anm-Marsala) - che nasce grazie alla collaborazione del Tribunale, della Procura, l’amministrazione comunale e l’Anm Marsala. Abbiamo ricostruito il suo ufficio, con i suoi oggetti personali e qualche altro bene idoneo per epoca e foggia di realizzazione per ricrearne l’allestimento. Però sono i suoi beni personali quelli che si vedono. Suppellettili, il suo crocifisso, il suo posacenere, la sua scrivania con ancora i segni delle bruciature di sigarette, la sua libreria, i divanetti, i suoi fascicoli». Tra i documenti anche quello sul padre di Matteo Messina Denaro. Sarà un allestimento permanente e visitabile dietro prenotazione ma di questo si farà carico il Comune, tramite una associazione privata. Un servizio completo di Laura Spanò sul Giornale di Sicilia in edicola oggi