È stata costituita, a Marsala, un’associazione denominata «Centro uomini maltrattati» dalle donne. Promotore dell’associazione è stato l’imprenditore Peppe Arangio (nella foto), 38 anni, che opera nel settore della produzione dei mezzi industriali per l’ambiente. «Siamo stanchi di essere oggetto di pregiudizi - dicono Arangio e altri soci fondatori dell’associazione - È incredibile come la violenza sugli uomini sia fonte solo di sberleffi e atteggiamenti canzonatori. Troppe volte la violenza psicologica che subiamo noi uomini non prevede alcuna forma di tutela da parte dello Stato e dell’opinione pubblica. Per questo motivo abbiamo deciso di dire basta a questa discriminazione che vede noi uomini essere sempre descritti come dei carnefici e le donne sempre e solo come vittime». Il direttivo del Centro uomini maltrattati (per adesso solo un’associazione di fatto, ma con l’intenzione di formalizzare a breve) comunica di avere già inaugurato sedi, oltre che in Sicilia, anche in Lombardia, Toscana, Lazio e Sardegna. «Il passaparola - continua Arangio - è stato così spontaneamente intenso che abbiamo raggiunto, in sole 48 ore, 530 iscritti in tutta Italia. Il nostro obiettivo è non solo quello di fornire un aiuto reale e concreto agli uomini, che sempre più frequentemente, dopo il divorzio, si trovano a vivere sotto i ponti o nelle proprie auto, ma contrastare l’orientamento attuale che, pregno d’ipocrisia, pretende che gli uomini siano tutti colpevoli, a prescindere dalle proprie azioni, e che dovrebbero chiedere, comunque, scusa alle donne per avere la sola colpa di essere vivi. È una nuova forma di peccato originale. Io sono stato più volte oggetto di violenza fisica e psicologica da parte delle mie compagne, nonché di stalking e calunnie. Per fortuna, la giustizia ha funzionato così bene che quelle che si definivano vittime hanno finito per essere imputate». I membri del Cum dicono, comunque, di voler «concordare un’azione comune con i centri antiviolenza sulle donne» e auspicano «una maggiore apertura al dialogo e l’adozione di punti di vista alternativi capaci di relativizzare la contraddizione esistente fra i due sessi in un’ottica di mutua comprensione».