Medicina di precisione, medicina del futuro. Ricercatori e scienziati a confronto a Erice al Centro Ettore Majorana. Due giorni di scambi di informazione e dibattito sulle nuove prospettive, in molti casi già diventate realtà grazie all'accelerazione di attività di laboratorio di diverse università italiane.
L'iniziativa di Unipa, promossa dal professore Marcello Ciaccio, direttore della Scuola di medicina e chirurgia, ha coinvolto altri studiosi come Mario Plebani, presidente della Federazione Europea di Medicina di Laboratorio Padova e Francesco Salvatore, a capo del Centro di eccellenza di Biomedica dell'Università di Napoli.
Padroni di casa, Antonino Zichichi e il figlio Lorenzo che hanno salutato da remoto.
La seconda giornata si è chiusa con un focus sulla pandemia. Il professore Silvio Brusaferro, presidente dell'Istituto Superiore di Sanità è intervenuto dicendo: "Il virus genera ormai effetti molto più contenuti e limitati incontrando una popolazione con un buon sistema Immunitario. Convivremo con il virus". Brusaferro riferisce di un dibattito internazionale sulle strategie. Si valuta la stagionalità, la tipologia di vaccino e le tempistiche. È in corso inoltre una intensa attività di ricerca per mettere a punto nuovi vaccini capaci di mirare ad altri target ma che abbiano anche vie di somministrazione più facili, come gli spray nasali.
La discussione si era aperta ieri con la lezione magistrale del professore Silvio Garattini, farmacologo di fama mondiale. Il suo intervento ha illustrato vantaggi e svantaggi delle sperimentazioni cliniche con una ampia e pressoché inedita sottolineatura: "E' importante la differenza di genere per realizzare la medicina di precisione - ha detto – le evidenze scientifiche, derivanti da studi su modelli animali ed umani, prendono in considerazione quasi esclusivamente la popolazione maschile".
La prima giornata si era conclusa con una tavola rotonda a cui hanno partecipato, tra gli altri, i docenti Carlo della Rocca, presidente della Conferenza Permanente delle Facoltà di Medicina e delle Scuole di Medicina e Chirurgia, e Roberta Pacifici, dirigente di Ricerca presso l’Istituto Superiore di Sanità e il professore Tommaso Trenti, presidente della Società Italiana di Biochimica Clinica e Biologia Molecolare Clinica. Il dibattito è servito a chiarire come la fase post-pandemica sia caratterizzata da una lato da grandi prospettive scientifiche nella lotta ai virus, alle malattie tumorali e genetiche, e dall'altro da una tendenza ai tagli della spesa sanitaria nazionale e dal ritardo sugli investimenti nella ricerca che rischiano di arginare entusiasmo e speranze. “Occorre fare lobbying anche a livello europeo – hanno sostenuto Plebani e della Rocca – le società scientifiche possono e forse devono assumersi questo compito”.
Nelle due giornate del corso sono state presentate le più recenti evidenze scientifiche relative all’uso dei big data nella medicina del terzo millennio e all’immunoterapia per la cura del cancro. Affrontato anche il tema dell'intelligenza artificiale, già in uso in ambiti medici per istituire buone pratiche di laboratorio. Fascino, utilità e prudenza sembrano le parole d'ordine in questo nuovo capitolo della contemporaneità. Marcello Ciaccio ha sottolineato come l'azione delle società scientifiche sia anche necessaria a ragionare sulla sostenibilità e sull'appropriatezza delle scelte nell'ambito del Servizio sanitario del Paese.
La sessione dedicata al Covid-19 era stata aperta dalla lectio magistralis del professore Giuseppe Remuzzi, direttore dell’Istituto Mario Negri di Milano. A seguire la relazione del professore Giorgio Palù, presidente dell’Agenzia italiana del Farmaco: ”Emerge l'importanza di studiare la triade salute umana-salute animale-salute ambientale. seguendo il concetto del one health – ha chiosato - una forma unica di salute”.
Caricamento commenti
Commenta la notizia