Jeans rigorosamente Levi's 501, Uniform o Americanino con cinta borchiata El Charro, svolte ai pantaloni e calze bianche con rombi colorati, ai piedi scarpe Timberland e al petto felpe Best Company o Naj Oleari; poi il Moncler nelle giornate più fredde e i Ray ban con montatura in metallo dorata a coprire gli occhi nelle giornate di luce. Erano gli anni '80 e impazzava il tempo dei Paninari. Una moda che guardava al mito americano e alle griffe che venivano propinate dai telefilm d'oltreoceano. Era il tempo delle prime paninerie e dei primi fast food - da qui il termine paninaro -, dei walkman a nastro, degli zaini Invicta e del motorino Ciao.
Una moda che partì dalla città più all'avanguardia di quei tempi, Milano, e che in poco tempo, nonostante non ci fossero i social e nemmeno internet, si diffuse in tutta Italia. Sulle note dei Duran Duran, degli Europe, degli Spandau Ballet, di Michael Jackson e di Madonna, i giovani adolescenti degli anni '80, Galli e Squinzie come amavano farsi chiamare, con le loro cuffiette colorate alle orecchie e il walkman agganciato sul passante della cinta del loro Denim, ciondolavano sui marciapiedi sentendosi moderni.
Chi ha vissuto quegli anni pensava che la moda dei paninari restasse un simpatico ma lontano ricordo. Ma come la storia anche le mode hanno un ciclo e quindi ritornano. Grazie alle community dei social networks, nostalgici e nuove generazioni curiose cominciano ad organizzarsi in raduni griffati anni '80. Dopo un mega incontro di Pinerolo, la moda paninara sembra dare segnali di risveglio anche in Sicilia, precisamente a Marsala, dove il 13 novembre prossimo i frequentatori del gruppo facebook "paninaro" si sono dati appuntamento. Chissà se dalla città dello sbarco dei mille, i "paninari" riusciranno nell'impresa di unire l'Italia in una simpatica e "alternativa" moda vintage.
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