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I referti scandalo dell'Asp Trapani: a dicembre la Regione già sapeva, ignorate le indicazioni fornite al manager

Ieri mattina, gli ispettori del ministero della Salute, accompagnati dai carabinieri dei Nas, si sono presentati all’ospedale Sant’Antonio Abate di Trapani per verificare eventuali inadempienze nei ritardi della refertazione di 3.300 esami istologici all'Asp trapanese. I funzionari hanno iniziato le audizioni ascoltando il direttore generale dell’Asp, Ferdinando Croce, il nuovo direttore sanitario Danilo Greco, la responsabile dell’Anatomia patologica dell’Asp di Palermo Teresa Barone (che ha coordinato per l’assessorato regionale alla Salute il piano per la definizione dei referti arretrati dell’Asp trapanese), il primario facente funzioni dell’Anatomia patologica Laura Miceli. Gli uomini del ministro Schillaci sono rimasti a Trapani anche oggi (19 marzo). Da Palazzo d’Orleans trapela che l’attività degli ispettori sta dando esiti «rigorosi».

In particolare, sono state acquisite le delibere dell’Asp con cui vennero stipulate, all’inizio del 2025, le convenzioni con le Asp di Agrigento e Caltanissetta per lo screening del cervicarcinoma e per il pap-test. Insomma, tanta carne al fuoco che potrebbe portare nelle prossime ore alle dimissioni del manager Croce, sostenuto da Fratelli d’Italia. Un atto necessario per «salvare» il suo curriculum e il suo posto nell’albo nazionale dei dirigenti regionali. Un'eventuale rimozione da parte del presidente della Regione Renato Schifani, infatti, comporterebbe un procedimento sanzionatorio che macchierebbe il suo percorso futuro, con la cancellazione del suo nominativo dall’albo. Né sembra percorribile la strada di chi lo vorrebbe dirottare in un’altra azienda sanitaria provinciale. C'è anche una via di uscita possibile: che lo stesso partito meloniano indichi un nuovo nome a Schifani.

Sul fronte delle convenzioni, interviene il vice presidente della Camera, Giorgio Mulè: «Sono di gennaio e febbraio 2025, lo stesso periodo in cui l’Asp di Trapani dichiarava al ministero della Salute una “grave carenza” di personale medico». E l’onorevole aggiunge: «Se a Trapani non c’erano anatomopatologi per i referti istologici, come poteva garantire decine di migliaia di esami per altre aziende sanitarie? Sono certo che gli ispettori sapranno trovare una risposta anche a questo interrogativo». E a quanto pare, una risposta arriverà presto.

Intanto, un verbale della VI Commissione parlamentare all’Ars del 17 dicembre scorso rivela che la Regione era al corrente delle criticità dell’Anatomia patologica di Trapani e aveva anche dato indicazioni precise per riorganizzare il reparto. Il Dasoe si era reso disponibile ad avviare un iter formativo per Trapani, che interessasse, trasversalmente, tutte le aziende sanitarie. Ma l’Asp non ne fece mai richiesta. Il piano aziendale della formazione avrebbe dovuto individuare un’area di interesse prioritaria per il personale interno, affinché i medici trapanesi, che effettuavano meno esami rispetto alla media, ricevessero un affiancamento con specialisti più esperti e più veloci. Una soluzione adottata quando non è possibile integrare gli organici a causa della carenza di anatomopatologi e dei concorsi deserti.

Alla seduta della Commissione erano presenti l’ex assessore alla Salute Giovanna Volo, il dirigente generale della pianificazione strategica Salvatore Iacolino, l'allora dirigente generale del Dasoe Salvatore Requirez, la dirigenza dell’Asp di Trapani con il manager Ferdinando Croce, il direttore amministrativo Danilo Palazzolo, l’allora direttore sanitario Gaetano Migliazzo e la deputazione trapanese. Croce ammise di conoscere i ritardi, affermando che «l’Asp sta provvedendo a risolvere il problema attraverso convenzioni per l’Anatomia patologica con altre aziende regionali, l’assunzione di due nuovi specialisti e l’efficientamento delle procedure informatiche». Tuttavia, non vennero citati gli oltre tremila referti arretrati.

Nel frattempo, proseguono anche le indagini delle Procure di Marsala e di Palermo. La prima aperta dopo l'esposto di Maria Cristina Gallo, l’insegnante mazarese di 56 anni affetta da un tumore al quarto stadio dopo avere atteso il referto del suo istologico per otto mesi e che ha denunciato il caso attraverso l’interrogazione parlamentare dell’onorevole Mulè al ministero della Salute. La seconda sul caso segnalato dalla famiglia di un paziente di 68 anni di Partinico ma operato ad Alcamo, cui l'esito dell'istologico è arrivato quando era già morto.

Le ispezioni e le inchieste si intrecciano con le polemiche. «Non sono bastati gli istologici consegnati con mesi di ritardo che hanno compromesso le cure per centinaia di cittadini, nemmeno i morti sono bastati», attacca Davide Faraone, vicepresidente di Italia Viva. «Ancora una volta il presidente Schifani metterà i giochini politici davanti alla salute dei siciliani. Gli interventi dopo lo scandalo dell’Asp di Trapani sono appesi a un vertice tra partiti», e aggiunge: «Chi ha guidato finora l’Asp non è all’altezza. Tutto chiaro, cosa si aspetta ad intervenire?».

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