Sanità e ritardi, la politica cerca di convincere a dimettersi il manager dell'Asp di Trapani
La moral suasion di Fratelli d’Italia per ottenere le dimissioni di Ferdinando Croce dal ruolo di manager dell’Asp di Trapani. A questo lavora il presidente della Regione, Renato Schifani, per evitare l’avvio di un procedimento sanzionatorio che porterebbe ugualmente alla revoca dell’incarico ma con tempi lunghi, incompatibili con un «allarme sociale» del quale si parla in un passaggio cruciale della relazione degli ispettori che hanno indagato sui ritardi di mesi nella consegna degli esami istologici ai pazienti. L’analisi degli ispettori viaggia su 5 pagine zeppe di rilievi nei confronti di Croce e anche dei medici del reparto di Anatomia patologica. Ma ci sono anche due pagine firmate dall’assessore Daniela Faraoni e dai due massimi dirigenti della Sanità, Salvatore Iacolino e Giacomo Scalzo nelle quali si cita «una significativa sottovalutazione del problema» all’origine dei ritardi di mesi nella consegna dei referti. E in un altro passaggio a Croce viene contestato «di aver prospettato la soluzione dei problemi in tempi brevi e indicato un numero di esami arretrati di gran lunga inferiore a quello reale (330 a fronte di 3 mila)». Da qui le conclusioni della Faraoni, inviate a Schifani: «Gravi responsabilità gestionali a cui la direzione avrebbe dovuto porre rimedio con interventi concreti». Alla luce di tutto ciò a Palazzo d’Orleans la decisione di rimuovere Croce è già maturata. Ma ieri Schifani non ha detto nulla sul caso né ha fatto trapelare le sue intenzioni. Un silenzio motivato dal fatto che dal punto di vista operativo la rimozione di un manager della sanità pubblica è un atto definito dai tecnici «molto complesso». Nel dettaglio: dopo la relazione degli ispettori, la Faraoni dovrà inviare a Croce delle formali contestazioni che avviano un vero e proprio processo amministrativo. A queste contestazioni il manager può rispondere con delle controdeduzioni. Alle quali deve seguire una valutazione da parte della Regione. E non sarebbe ancora finita, perché il provvedimento di revoca così costruito dovrebbe passare dalla commissione Sanità dell’Ars che deve esprimere un parere. Un servizio completo sul Giornale di Sicilia in edicola oggi