Trapani

Mercoledì 12 Marzo 2025

L'acqua della diga Rubino finirà in mare, altro caso nel Trapanese

La diga Rubino, in provincia di Trapani, ha una capacità ridotta da 11 a meno di 5 milioni di metri cubi a causa di presunte carenze strutturali. Una situazione che ha spinto le organizzazioni produttive e i sindacati di categoria (Conf.Sal Sicilia, Copagri, FederAgri e Conf.Sal provinciali) a denunciare «la mancanza di trasparenza e progettualità da parte delle istituzioni competenti». Un allarme che giunge dopo le vicende della diga Trinità, sempre nel Trapanese, «dove per sette anni - dicono i sindacati - milioni di ettolitri sono stati sversati in mare, per scoprire solo ora che le sue condizioni statico-edilizie non erano compromesse». La decisione di limitare la capacità della diga Rubino è stata imposta dal Ministero delle infrastrutture, attraverso la Direzione generale per le dighe e le infrastrutture idriche. L’ente vigilante, responsabile della tutela della pubblica incolumità, «ha giustificato la misura come precauzionale. Non sappiamo quali siano i problemi della diga, né quali interventi siano previsti per risolverli», denunciano Cipriano Sciacca ed Enzo Daidone di Confsal Sicilia, rispettivamente segretario regionale e provinciale. A loro si uniscono i segretari provinciali Pino Aleo di Copagri e Michele De Maria di FederAgri, che chiedono un incontro urgente con le autorità politiche e amministrative per fare chiarezza. Il paradosso è che, nonostante la ridotta capacità, la diga rischia di disperdere centinaia di migliaia di ettolitri d’acqua delle abbondanti piogge degli ultimi mesi. Con il livello dell’invaso prossimo alla quota massima consentita (circa 4,8 milioni di metri cubi), l’acqua in eccesso, come avviene da anni, sarà sversata in mare. «Sarebbe un controsenso disperdere una risorsa così preziosa. Soprattutto se, come nel caso della Diga Trinità, si scoprisse che le condizioni strutturali della diga non sono così compromesse come si crede», sottolineano i sindacati che hanno chiesto un incontro urgente al presidente della Regione siciliana Renato Schifani e alle autorità competenti.

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