Trapani

Venerdì 22 Novembre 2024

Conte chiede di nuovo aiuto alla Sicilia: tour elettorale nell'Isola, da Catania a Palermo

«La Sicilia è il posto, la terra più lontana da Bruxelles e da Strasburgo: lanceremo qui l’attacco finale». È quanto dice il leader M5s Giuseppe Conte (nella foto durante la visita a Catania) su X, postando un video che mette insieme alcune immagini della tappa in Sicilia del suo tour elettorale. «In Ue - aggiunge - si decide anche il destino della Sicilia e noi dobbiamo esserci in forze». Giuseppe Conte ha scelto la Sicilia come teatro della sfida al centrodestra. Stamattina (31 maggio) il presidente del movimento è andato a Castelvetrano. «Voi dovete diventare una città famosa per le cose belle. Noi dobbiamo parlare più di Giovanni Gentile il filosofo, originario di Castelvetrano che di Matteo Messina Denaro», ha detto per sostenere la candidatura del sindaco uscente Enzo Alfano. Il leader pentastellato è intervenuto sul palchetto allestito nel quartiere Belvedere, zona periferica della città. «Qui siamo in una zona dove prima non c’era nemmeno l’illuminazione pubblica. Ora, invece, c’è il comando della polizia municipale e il distaccamento dei vigili del fuoco, quindi dobbiamo continuare su questa strada», ha aggiunto Conte, ribadendo che «in questo momento sta aumentando il lavoro povero, aumentano i contratti a tempo indeterminato ma sono part-time. Così facendo cosa porti a casa? Salari diminuiti del 16%». Poi l’attacco a Giorgia Meloni: «La sanità è un disastro, da Nord a Sud. Lei sta dicendo che sta mettendo i soldi per questo settore. Ogni governo ha messo soldi in più perché la spesa sanitaria cresce ogni anno. I 3 miliardi che ha messo la Meloni non coprono l’aumento dei costi di gestione, dell’inflazione. Di fatto ha messo meno in proporzione al pil. Il risultato è quello che nel 2023 sono aumentate il numero di ore di attesa nelle aree d’emergenza». Conte ha poi raggiunto il porto di Marinella di Selinunte per incontrare i pescatori della borgata. Ieri è stato impegnato in un tour che lo ha portato da Catania a Gela e Caltanissetta e da lì ha trasformato le Europee e le Amministrative in un referendum sul governo «che ha creato un record di poveri assoluti togliendo il reddito di cittadinanza». Il leader dei Cinquestelle replicherà oggi a Corleone alle 16 e a Palermo alle 21,30. Ma, soprattutto, venerdì prossimo chiuderà da Palermo la campagna elettorale nazionale. Sa, Conte, che i sondaggi stanno premiando il Movimento 5 Stelle in Sicilia. E per questo motivo torna a chiedere una spinta ai siciliani. Esattamente come nel 2018, quando da qui i grillini ottennero percentuali record che portarono proprio lui a Palazzo Chigi. E anche come nel 2022, quando chiese un voto per difendere il reddito di cittadinanza e fu premiato qui più che altrove. «È stato assolutamente insensato da parte di questo governo rimuovere questa misura di protezione per le persone in difficoltà - ha detto ieri pomeriggio dal palco di Gela -. Il risultato è che abbiamo il record di poveri assoluti: cinque milioni e settecentomila cittadini che non hanno di che mangiare e il governo è con la testa da altra parte. Per questo noi ci batteremo, per affermare il principio che questo governo vuole negare e cioè che chi si trova in difficoltà ha anche bisogno di una mano da parte dello Stato». È il cuore del messaggio che Conte ha lanciato dalla Sicilia. L’attacco alla Meloni e ai partiti del centrodestra è frontale e tocca temi che sono stati il cavallo di battaglia della prima fase del movimento: «La meritocrazia di questo governo la conosciamo: favorire i parenti, gli amici, gli amichetti e lasciare a se stessi le persone che sono in difficoltà. A noi invece ci hanno fatto cadere mentre lavoravamo al piano di rilancio del Paese. Siamo nati e abbiamo regole solide per non diventare come gli altri. Con la restituzione di parte dei nostri stipendi abbiamo realizzato opere per la collettività che valgono 100 milioni». L’ex premier ha disegnato uno scenario politico in cui, in Sicilia come a Roma, «ci sono esponenti politici che muovono pacchetti di voti e cambiano partito facilmente. Dietro questo meccanismo c’è un sistema clientelare costruito giorno dopo giorno sotto i vostri occhi e voi siete inconsapevoli». E così è tornato a riproporre il mantra della diversità dei grillini: «Il Movimento 5 Stelle non ha candidati impresentabili, non inganna i cittadini mettendo dei nomi che poi non andranno a Bruxelles e a Strasburgo. Noi siamo l'unico partito non coinvolto in casi di corruzione da Nord a Sud, e una ragione c’è: abbiamo regole stringenti, che tutti quanti dovrebbero rispettare per scacciare via il marcio dalla politica». È un cambio di rotta nella fase finale della campagna elettorale. Conte ha messo da parte le critiche al Pd, scegliendo di illustrare agli elettori il bluff che legge nelle mosse del centrodestra: «C’è un patto scellerato fra i partiti della maggioranza. La Lega ha ottenuto l’autonomia differenziata che renderà più povero il Sud. Fratelli d’Italia ha ottenuto il premierato che porta l’Italia verso l’autoritarismo e Forza Italia la separazione delle carriere dei magistrati che è una riforma che segue il proggeto di Gelli e della P2. Ma voi potete ribellarvi a tutto questo. Votateci e dateci la forza di opporci a questo patto». Molto più cauto l’ex premier si è mostrato sul Pd. Neanche una parola a Gela. Dove, caso quasi unico, i Dem sono alleati e sostegno il grillino Terenziano Di Stefano. A Caltanissetta invece, dove ieri Conte ha chiuso la giornata di comizi, il Pd è uno sfidante: non ha accettato di sostenere il sindaco grillino uscente Roberto Gambino e ciò indebolisce il fronte visto che il centrodestra è compatto su Walter Tesauro. Uno scenario che si ripete quasi ovunque nei Comuni chiamati al voto col sistema proporizonale. Conte sa che anche Elly Schlein ha scelto la Sicilia come palcoscenico principale della sfida alla Meloni: la segretaria del Pd è già stata qui due volte e potrebbe tornare di nuovo la prossima settimana. In ogni caso Conte ha glissato sul campo largo e sul patto naufragato col Pd: «Servono rispetto reciproco e pari dignità anche da parte del Pd nei nostri confronti». Un concetto rafforzato dal leader siciliano dei grillini, Nuccio Di Paola: «La gente ha voglia di cambiamento e noi siamo pronti a dare il nostro contributo. Mandiamo dalla Sicilia l'avviso di sfratto al centrodestra».

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