I Comuni di Trapani, Grottaferrata, San Mauro Pascoli e Tito - che erano in lizza per la designazione a Capitale italiana del libro 2024 - stanno valutando se fare ricorso contro la scelta fatta dalla giuria del ministero della Cultura che ha premiato Taurianova. Lo ha detto all’Ansa il sindaco di Tito (Potenza), Graziano Scavone.
«Sono costernata e scioccata - dichiara Luciana Garbuglia, sindaco di San Mauro Pascoli - da questa decisione di nominare capitale del libro 2024 una cittadina che non ha neppure una biblioteca. Il tutto con una procedura a dir poco da censurare. Evidentemente, c’è chi ha voluto forzare la mano su questa decisione».
La replica del sindaco di Taurianova
«Una tempesta in un bicchier d’acqua», replica il sindaco di Taurianova Roy Biasi sull'eventualità che gli altri Comuni in lizza per l'assegnazione del titolo di Capitale del libro 2024 presentino ricorso per l’assegnazione del titolo dalla commissione del ministero della Cultura. «C'è una comunicazione informale dell’avvenuta vittoria - ha aggiunto Biasi -, è chiaro che è trapelato qualcosa e di conseguenza si è scatenata la classica tempesta in un bicchier d’acqua. La Commissione aveva già deliberato da tempo, aveva verbalizzato e i verbali erano stati depositati. Da questo punto di vista non credo ci sia nessun tipo di problema».
«È prassi - ha aggiunto Biasi - che dopo che la Commissione si riunisce e fa il verbale, come è accaduto in questo caso, tra l’altro con una votazione all’unanimità, ci siano delle comunicazioni che vengono fatte al sindaco per prepararsi compiutamente, tenendo conto che può passare anche molto tempo prima che formalmente si dia avvio alla procedura amministrativa. Noi dobbiamo iniziare il 23 aprile con questa attività».
«Di fatto l’ufficialità è arrivata - ha detto ancora il sindaco di Taurianova - e questo fatto lo commento con straordinaria contentezza perché ci riempie di enorme gioia e ci dà la possibilità di avere un risultato che ci consente di ottimizzare quello in cui abbiamo creduto in questi anni e cioè investire in cultura».
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