Il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani alla fine ci ha ripensato. I propositi di portare l’Ast in liquidazione smettendo di coprirne le perdite sono stati trasformati in un nuovo finanziamento alla partecipata che vale 10 milioni per il 2024 e 5 ciascuno per i due anni successivi. E allo stesso modo il governo aprirà le proprie casse per rimettere in sesto Airgest, che gestisce l’aeroporto di Trapani Birgi, operazione che vale altri 4,2 milioni. Sono queste le due misure (oltre alla norma che vieta feste nei teatri in stile Nakajima) che Schifani ha fatto inserire nel testo base messo a punto dall’assessore all’Economia Marco Falcone. Il salvataggio dell’Azienda siciliana trasporti passa da una manovra in due tempi. Subito, con la Finanziaria che il governo ha approvato in giunta e che l’Ars esaminerà entro Natale, vengono stanziati 20 milioni. A inizio mandato Schifani aveva ipotizzato uno scenario che avrebbe portato a una bad company e a una newco con un ruolo diverso. Ora invece la relazione allegata alla norma che il presidente ha fatto inserire in Finanziaria dice espressamente che «a seguito del cambiamento della governance, e nell’approssimarsi della definizione dei documenti contabili arretrati, sorge la necessità di garantire la continuità aziendale, considerata la strategicità della società, nello svolgimento di un servizio pubblico essenziale. Le risorse straordinarie saranno collegate anche alla necessità di rinnovare il parco autobus». Dunque la Regione copre di nuovo le perdite e si appresta a trovare un ruolo ad Ast anche dopo che un obbligo di natura europeo renderà sempre più difficile la sua sopravvivenza. In primavera la Regione dovrà mettere a gara pubblica tutte le concessioni sulle tratte. Ast dovrebbe quindi competere con i colossi. Ma anche nel caso perdesse Schifani le assegnerà delle tratte: «Quelle meno remunerative, le cui gare potrebbero andare deserte, ma che la Regione deve garantire». Ast a quel punto si muoverebbe come società in house providing. Salvando, Schifani dixit, «la maggior parte del personale ma non gli interinali» e trasferendo alle ditte che si aggiudicheranno le gare più allettanti i dipendenti in eccesso attraverso la clausola di salvaguardia. La mossa che riguarda Ast piace all’Mpa che ieri con tutti i deputati si è espresso sostenendo che «così si potranno superare gli enormi disservizi registrati dagli utenti negli ultimi tempi». Il piano per Airgest è perfino più semplice. Malgrado da tempo il governo spinga per la privatizzazione degli aeroporti, in questa fase l’obiettivo è tenere in vita la società pubblica che gestisce Birgi ricostituendone il capitale eroso da perdite e crisi dovuta alla pandemia. Il tutto mettendo sul piatto 4,2 milioni. «L’ammontare medio dei passeggeri è destinato a superare il milione di unità - si legge nella relazione allegata alla norma della Finanziaria -, motivo per cui sulla base dei paramenti indicati nel decreto ministeriale 12 novembre 1997 numero 521, il patrimonio netto dovrebbe essere almeno pari a 7,7 milioni. Tuttavia a causa delle perdite registrate a seguito della pandemia, per le quali la società non ha potuto beneficiare di alcun ristoro, il patrimonio attuale è pari a 3,524 milioni di euro, cioè al disotto del parametro richiesto. Sarà pertanto necessario procedere alla ricapitalizzazione».