La firma sul contratto ancora non c’è ma il primo nome certo in una delle caselle principali della galassia di società che gravita intorno alla Regione è quello del palermitano Vito Riggio. L’ex numero 1 dell’Enac andrà a guidare l’Airgest, la partecipata che controlla l’aeroporto di Trapani Birgi.
Quella di Riggio è una scelta che si è intestato il presidente Schifani, peraltro in una giornata in cui la giunta ha di nuovo deciso di prendere tempo sul sottogoverno rinviando a lunedì la definizione dello spoils system in enti partecipate.
Riggio arriva all’Airgest con un mandato politico che va ben oltre quello amministrativo. Sul piano tecnico il presidente della Regione gli chiede di risollevare le sorti di un aeroporto che ha perdite stabili per 6-7 milioni all’anno: un buco che la Corte dei Conti ormai contesta regolarmente. Sul piano politico il mandato di Riggio è quello di gettare le basi per arrivare a una operazione che porti poi Schifani a fondere sotto un’unica regia gli scali di Palermo, Trapani e Lampedusa. Prima tappa di un percorso che porterà poi alla privatizzazione degli aeroporti. Il ruolo di Riggio è dunque perfino destinato a crescere.
Nei giorni scorsi, nella relazione della Corte dei Conti sul rendiconto della Regione per il 2020, i giudici hanno scritto che da otto anni di fila Airgest Spa chiude i bilanci in perdita. Con la Regione costretta a mettere mano al portafogli. Non solo: rispetto all’ultimo piano di risanamento i risultati nel biennio 2020-2021 per la società di gestione dell’aeroporto di Trapani sono stati peggiori rispetto alla perdita attesa: - 8,5 milioni rispetto ai previsti - 6,6 milioni.
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