“Il Ministro Di Maio ha dimenticato i nostri pescatori sequestrati in Libia, in una lunga intervista rilasciata oggi nemmeno due parole sull’argomento, siamo molto preoccupati. Al Decreto Ristori presenterò un emendamento affinché le loro aziende possano ottenere un sostegno concreto e mi auguro che il Governo non si tiri indietro”, così Gabriella Giammanco, portavoce di Forza Italia in Sicilia e Vice Presidente del gruppo in Senato. “Da oltre due mesi gli uomini di Haftar tengono sotto sequestro 18 pescatori ma nessuno dal Governo dà rassicurazioni alle loro famiglie. La vicenda rappresenta una Caporetto diplomatica che evidenzia tutta l’incapacità e l’inadeguatezza di questo Esecutivo. Mazara del Vallo aspetta i suoi pescatori, le aziende di pesca sconvolte da questo sequestro stanno fallendo, ovviamente non possono più sostenere i costi di un’attività che è bloccata loro malgrado. Per le famiglie di questi pescatori un aiuto, fortunatamente, è arrivato dalla Regione Sicilia, anche il Comune di Mazara del Vallo ha fatto la sua parte ma il Presidente Conte e il ministro di Maio li hanno abbandonati. Per questo mi unisco all’appello lanciato dal Presidente Nello Musumeci, serve un incontro ufficiale con le autorità libiche per giungere al più presto a una positiva soluzione della vicenda. Il Governo si attivi immediatamente", conclude Giammanco. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha espresso vicinanza alle famiglie e alla comunità di Mazara. "Ho ricevuto pochi minuti fa la telefonata del presidente della Repubblica Sergio Mattarella che mi ha rappresentato la sua vicinanza ai familiari dei 18 pescatori di Mazara del Vallo ancora trattenuti in Libia. Ha riferito di seguire la vicenda da vicino con aggiornamenti quotidiani; mi ha chiesto di riportare parole di conforto e di speranza a tutta la comunità dei pescatori della nostra Città. Sono onorato e orgoglioso di avere ricevuto la chiamata della più alta carica dello Stato, segno evidente che le istituzioni ci sono vicine". Lo dice il sindaco Salvatore Quinci, in merito alla telefonata ricevuta dal Presidente della Repubblica.