La Regione Siciliana vuole parlare direttamente con Bengasi, per ottenere il rilascio dei marittimi sequestrati dalle milizie di Khalifa Haftar. Il Presidente del Comitato europeo delle Regioni, Apostolos Tzitzikostas, rispondendo all’interpellanza del Vicepresidente della Regione Gaetano Armao, presentata durante i lavori dell’adunanza plenaria a Bruxelles, "ha dato - spiega una nota di Armao - disponibilità a supportare il Governo regionale nell’apertura di un canale di comunicazione fattivo presso le autorità di Bengasi". "Ci troviamo di fronte un ennesimo attacco della marineria siciliana - aveva scritto nell’interpellanza Armao- al quale vi deve essere una risposta che non può essere solo dell’Italia, che finora non è stata peraltro in grado di risolvere questa crisi, ma che deve coinvolgere l’intera Unione Europea, ribadendo che l’Unione, proprio in casi come questi, che pongono in discussione la libertà di propri cittadini e la libera circolazione nelle acque nazionali ed internazionali, sa reagire in modo coeso ed efficace." Nella sua lettera di risposta, Tzitzikostas, ha inquadrato il supporto nell’ambito della cosiddetta Iniziativa di Nicosia per le collettività locali libiche che "ha saputo creare negli anni una rete capace di attivarsi per l’implementazione di progetti volti allo sviluppo territoriale; ha altresì creato una rete di fiducia tra sindaci e leader regionali europei e libici in grado di cooperare con pragmatismo anche di fronte a situazioni politiche complesse. Copia della richiesta di intervento al Presidente del Comitato europeo delle Regioni - conclude Armao - era stata consegnata ieri dal Vicepresidente della Regione al Sindaco di Mazara del Vallo, Salvatore Quinci". "Abbiamo fiducia nella nostra diplomazia e nella nostra intelligence, ma serve un’azione politica forte per sostenerle. Il ministro Di Maio deve fare ogni cosa in suo potere, chiamando in causa tutti gli attori presenti nella regione, per riportare a casa i nostri pescatori. Per la responsabilità verso le loro famiglie, per la dignità dell’Italia". Lo scrive su Facebook Mara Carfagna, vicepresidente della Camera e deputata di Forza Italia. "E' straziante il grido di dolore di Cristina Amabilino, la moglie di uno dei pescatori italiani arrestati in Libia dalle truppe di Haftar, che leggiamo oggi su un quotidiano", prosegue Carfagna. "Diciotto nostri connazionali sono in cella da un mese e mezzo, con la sola colpa di aver fatto il proprio lavoro. Prigionieri dello scontro politico interno a un Paese lacerato dalla guerra civile, del ricatto inaccettabile di forze militari prive di qualsiasi riconoscimento, della colpevole perdita di influenza del nostro Paese in quella regione. In mezzo, le innocenti famiglie di Mazara del Vallo. Noi non le dimentichiamo!, conclude la presidente di "Voce libera".