“Quando si dice due pesi e due misure. Giorni fa la Guardia Costiera nei pressi di Lampedusa ha intercettato una motopesca battente bandiera tunisina intenta a pescare con il sistema del “cianciolo” in acque territoriali italiane. La barca è stata accompagnata in porto, le reti sono state poste sotto sequestro giudiziario, successivamente barca ed equipaggio tunisino hanno preso il largo tornando a casa. Non so se la procedura seguita dalla nostra Guardia Costiera sia stata regolare dal punto di vista della applicazione delle norme in materia, certamente il pensiero corre ai nostri marinai di Mazara del Vallo, che per pescare in acque ritenute di competenza della Libia, da 21 giorni sono trattenuti in Libia e la nave posta sotto sequestro. Credo che questi due episodi debbano fare riflettere il nostro Governo e in particolare il ministro degli Esteri che, troppo occupato a gestire le beghe del suo movimento non si occupa della sorte dei nostri conterranei”. Lo ha detto il responsabile del dipartimento Attività produttive di Forza Italia che, assieme alla segreteria territoriale di Anapi Pesca, ha evidenziato la differenza di trattamento da parte della Guardia Costiera Italiana, rispetto a quello dell’autorità libica. Le unità navali hanno provveduto a scortare il motopesca della marineria di Monastir presso il porto di Lampedusa per gli accertamenti. Ne è seguito il sequestro dell’attrezzatura da pesca costituita da una rete a circuizione di notevoli dimensioni (rete di lunghezza pari a circa 1700 metri e altezza 200 metri) dall’ingente valore economico. “Comprendiamo il rispetto delle norme – hanno dichiarato Salvino Caputo e Francesco Zizzo di Anapi Pesca – ma è paradossale che per lo stesso comportamento c’è chi resta in prigione e chi subisce soltanto il sequestro delle reti. Per non parlare dello sconfinamento che costituisce, come da noi sempre denunciato, una insostenibile concorrenza. Mentre infatti – ha continuato Salvino Caputo – le nostre marinerie devono rispettare fermi biologici e quote di pesca, Tunisini, Egiziani e Libici scorazzano sui nostri mari. Chiediamo che le norme a tutela dei confini marittimi vengano rigorosamente rispettate e che questo episodio spinga il Governo nazionale a attivare tutti i canali, non soltanto per proclami, per riportare a casa barca e marinai”. Intanto, sulla vicenda il deputato regionale di Forza Italia Mario Caputo ha presentato un ordine del giorno per chiedere al Parlamento e al Governo siciliano di sollecitare il presidente del Consiglio e il ministro degli Esteri “per porre in essere una rigorosa azione verso il Governo della Libia, a tutela dei nostri marinai e per la difesa della autorevolezza italiana”.