A Trapani non esiste il «Piano amianto». Pochi sono a conoscenza che l'amianto è un minerale naturale a struttura fibrosa che si può trovare nei posti più impensabili come nelle centrali termiche, spruzzato su travi metalliche o in cemento armato, nelle coperture di edifici industriali o civili sotto forma di eternit, nelle pareti divisorie o nei pannelli in cemento-amianto dei soffitti di edifici prefabbricati (ad esempio scuole e ospedali), nelle canne fumarie in cemento-amianto, nei serbatoi e nelle condotte in cemento-amianto per l'acqua, nei pavimenti in vinil-amianto, in alcuni elettrodomestici di vecchia produzione come asciugacapelli, forni, stufe, ferri da stiro e in tanto altro.
Ma sono ben note le problematiche che possono nascere quanto l'atomo di amianto si scinde. Da questo punto di vista nasce l'osservazione in consiglio comunale di Massimo Toscano Pecorella.
«Invito questa amministrazione - afferma il consigliere - che ha già dimostrato spiccato sensibilità attorno a questa tematica ad intervenire così come l'intero consiglio Comunale. Gli strumenti esistono, bisogna solo concretizzarli e sono la legge 27 marzo 1992, n.257 che aveva previsto le norme relative la cessazione dell'impiego dell'amianto, ma cosa ancor più precisa in Sicilia è la legge regionale n.10 del 2014, recante «Norme per la tutela della salute e del territorio dai rischi derivanti dall'amianto», che avrebbe potuto rappresentare un valido strumento per la mappatura dell'amianto presente in Sicilia. Dico con dispiacere avrebbe perché a seguito della stessa norma solo il 30% sui 390 dei Comuni siciliani ha redatto l'apposito «Piano amianto» (naturalmente manca Trapani), per cui possiamo affermare che si tratta di una legge inapplicata».
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