«La salvezza dell’aeroporto di Birgi è un obiettivo per il quale tutti dobbiamo lavorare: enti locali, Regione, governo nazionale e Unione europea. Ho voluto invitare i rappresentati del territorio, cioè i parlamentari europei, nazionali e regionali, oltre che il Comitato tecnico da me appositamente istituito, per un’analisi della crisi e individuare, insieme, possibili soluzioni. Ma dobbiamo fare presto. Il calvario dello scalo trapanese è iniziato quattro anni fa, quando nessuno volle raccogliere il segnale d’allarme. Oggi dobbiamo fare il possibile per salvare il salvabile». Lo ha detto il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, a margine della riunione svoltasi stamane nel Palazzo d’Orleans di Palermo, sulle strategie da mettere in campo per il rilancio dell’aeroporto di Trapani. All’incontro erano presenti gli assessori regionali alle Infrastrutture Marco Falcone, all’Economia Gaetano Armao e alle Attività produttive Mimmo Turano; l’ex presidente dell’Enac Vito Riggio; il presidente e il direttore generale dell’Airgest, i vertici dello scalo trapanese, Paolo Angius e Michele Bufo; il sottosegretario Vincenzo Santangelo; l’eurodeputato Ignazio Corrao; tutti i parlamentari nazionali e regionali della provincia; i sindaci di Marsala Alberto Di Girolamo e di San Vito Lo Capo, Giuseppe Peraino; il presidente della Camera di commercio, Giuseppe Pace. «Abbiamo impegnato decine di milioni di euro - ha ricordato Musumeci - a sostegno di Birgi, compresa la «continuità territoriale» sulla quale attendiamo risposte da Bruxelles. Ma non basta: serve il coinvolgimento di tutti i soggetti istituzionali». Il futuro dello scalo trapanese è quantomai a rischio, dopo l’addio di Ryanair e le due gare di evidenza pubblica per l’assegnazione delle tratte (l'ultima gestita dal Comune di Marsala), che si sono concluse senza alcun concreto risultato. Fra le ipotesi venute fuori dal confronto, protrattosi per oltre due ore, quella della trattativa diretta con una o più compagnie, l’istituzione di un Fondo nazionale per gli scali minori, il ricorso a un prestito con l’Irfis, la cessione di un ramo d’azienda, una società unica regionale. Altro tema di discussione è stato quello sulla possibilità di trovare un accordo con Gesap di Palermo o Sac di Catania per creare un’unica società di gestione che comprenda anche quella trapanese. Ipotesi che, al momento, però non ha trovato il sostegno delle due maggiori società. Da parte della rappresentanza parlamentare è stata confermata la volontà di ognuno a sostenere nelle opportune sedi ogni azione utile a dare una prospettiva allo scalo. «Chiederemo al ministro delle Infrastrutture di istituire un Tavolo tecnico ristretto: servono deroghe e più tempo per aprire un confronto anche con Bruxelles», ha sintetizzato infine Musumeci, ribadendo comunque l’impegno del suo governo a finanziare, sin da subito, un’adeguata campagna di promozione turistica del territorio trapanese sui maggiori quotidiani nazionali. Per la prossima settimana è fissata una nuova riunione tecnica ristretta per elaborare le proposte emerse dal dibattito.