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Affondamento di un peschereccio di Mazara, lettera a Mattarella: "Lo Stato sostenga gli armatori"

MAZARA. «Lo Stato ha voltato le spalle agli armatori del "Daniela L" che oggi rappresentano plasticamente il dramma della capitale della pesca mediterranea». Lo scrive Giovanni Tumbiolo, presidente del Distretto della pesca e della crescita blu di Mazara del Vallo in una lettera inviata al presidente della Repubblica Sergio Mattarella con la quale vengono espressi «imbarazzo e stupore» per la mancata soluzione della vicenda del natante sequestrato con un atto di pirateria da miliziani libici nell’ottobre 2012 in acque internazionali, a 38 miglia dalle coste del paese nordafricano, e affondato lo scorso novembre nel porto di Bengasi.

Tumbiolo evidenzia che soltanto per «un cavillo procedurale gli armatori sono stati esclusi dal dovuto indennizzo, cioè il premio per la demolizione previsto dai regolamenti comunitari. Uno Stato giusto deve riconoscere loro almeno un trattamento paritetico rispetto agli altri e non abbandonarli all’inesorabile fallimento».

Infine, Tumbiolo rileva che «la vicenda del motopesca è l'ultimo atto della guerra del pesce che, secondo le stime dell’Osservatorio della pesca del Mediterraneo, è costata oltre 100 milioni in termini di danni economici alla comunità mazarese e più di 4 mila posti di lavoro».

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