TRAPANI. Ci sono soltanto due sedie e qualche manifesto, per il resto nel comitato elettorale di Piero Savona (Pd) è in smobilitazione: tavoli e computer sono già stati portati via. È il day after, nella sede di via Giovanni Bosco a Trapani, di un ballottaggio che per l'unico candidato sindaco in corsa si è concluso con la sconfitta, battuto dall'astensionismo degli elettori. Soltanto il 26,75% ha votato, mentre serviva almeno il 50% perché Savona potesse sperare di vincere. Dopo la delusione per il risultato maturato in nottata, il comitato è vuoto: Savona si concede ai cronisti per le analisi del voto, è solo in sede, nessun big locale della coalizione è al suo fianco. "Speravo in qualche punto in più, superare il quorum era difficilissimo", dice Savona. "Non sono deluso, siamo arrivati al ballottaggio battendo sul campo il senatore Antonio D'Alì. Se Mimmo Fazio non avesse gettato la spugna avremmo conseguito un ulteriore risultato straordinario - ha commentato Savona subito dopo la sconfitta -. I fatti giudiziari verificatisi nel corso della campagna elettorale hanno gettato nello sconforto i cittadini", sottolinea Savona riferendosi alle inchieste che hanno coinvolto i suoi due avversari Mimmo Fazio e Antonio D'Alì. Intanto a Trapani si tornerà a votare nel 2018. Ad annunciarlo l'assessore agli Enti locali per la Regione Siciliana, Luisa Lantieri subito dopo l'arresa di Savona. Il commissario, che sarà nominato nei prossimi giorni dalla Regione, guiderà il Comune fino alle prossime elezioni. "La prima tornata utile - dice Lantieri - è quella del 2018 quando si terranno le amministrative in altri comuni. Non è possibile votare in concomitanza alle regionali del prossimo novembre poiché la sessione straordinaria è consentita solo per i comuni sciolti per mafia".