TRAPANI. Quando il tuo avversario è un numero, la faccenda rischia di complicarsi. E non poco. Lo sa bene Piero Savona, il candidato sindaco, l'unico, di Trapani, dopo il ritiro di Mimmo Fazio, che non ha presentato i suoi assessori. Per diventare primo cittadino di uno dei capoluoghi di provincia della Sicilia, deve superare almeno il 50% dei votanti. Mai come questa volta, i trapanesi hanno chiaro il concetto di quorum.
Al candidato sostenuto dal Pd e due liste servono 30 mila schede e 12 elettori e ricevere almeno il 50% di preferenze dai votanti: ben 15 mila e 6 voti. Sul voto di Trapani l'Italia si è letteralmente spaccata in due. E non è uno scherzo, visto che su queste battaglia, fatte di trame, intrighi, colpi di scena, piani più o meno rispettati e programmi lucidamente fatti a tavolino e a lungo termine, la politica tricolore si è buttata a capofitto.
Tra i messaggi anche quelli del ministro dell'Agricoltura Maurizio Martina, del presidente della Regione Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani, dei sindaci di Bergamo, Ercolano, Siracusa e Pesaro Giorgio Gori, Ciro Bonajuto, Giancarlo Garozzo e Matteo Ricci. "Gli appelli al voto che giungono da tutta la penisola - afferma Savona - sono il segnale di quanto sia importante, oggi più che mai, recarsi alle urne per dare a Trapani un'amministrazione comunale stabile, in grado di affrontare le delicate problematiche mai risolte della città. Chi andrà a votare sceglierà di affidare il destino della città ad una amministrazione eletta democraticamente e realizzerà un'inversione di tendenza rispetto alla politica del passato che - conclude Savona - ci sta consegnando una città devastata materialmente e moralmente, con una immagine compromessa in tutta la nazione". Beppe Grillo, invece, ha dato l'imput ai suoi di "non andare a votare, sono elezioni fake". Un appello che arriva anche dal sindaco di Palermo, Leoluca Orlando: "Oggi a Trapani c'è il pericolo che venga mortificata la democrazia, il pericolo che venga mortificato il diritto dei cittadini di avere un'amministrazione". Invito al voto via social dal ministro per le Infrastrutture, Graziano Delrio: "Non dimenticate quanto sangue è stato versato per conquistare la democrazia, cioè il diritto a decidere, il diritto a partecipare, il diritto a essere tutti uguali
Una sfida «complicata», per la quale serve un «miracolo» come ha spiegato il sottosegretario Davide Faraone, per via dell'esclusione dal ballottaggio di Mimmo Fazio, ex sindaco della città dal 2001 al 2012. Fazio, il giorno dopo la scadenza del termine ultimo per presentare le candidature a sindaco, era stato arrestato, e posto ai domiciliari, perchè coinvolto nell'inchiesta «Mare Monstrum» attraverso la quale è stata fatta luce su un presunto giro di corruzione legato al trasporto marittimo in Sicilia. I domiciliari gli erano stati revocati a 15 giorni dal voto e subito aveva ripreso la sua campagna elettorale, riuscendo a risultare il più votato al primo turno.
Per questo motivo deve «fare breccia» anche negli elettori degli altri partiti e in quelli che al primo turno hanno disertato le urne. Di fatto l'unica possibilità. Nel caso in cui il doppio quorum non venisse raggiunto, il Comune verrebbe commissariato e si tornerebbe al voto tra un anno, come ha spiegato Luisa Lantieri, assessore regionale agli Enti Locali.
E poi c'è anche il rebus del consiglio comunale. Cosa che rischia di avere un peso molto, molto rilevante nella decisione degli elettori. L'assessore Lantieri ha spiegato che, in caso di mancato raggiungimento del quorum, non sarà possibile ripartire i seggi e, pertanto, il Consiglio verrebbe commissariato. Ma la decisione finale, a riguardo, spetta al magistrato che presiede l'Ufficio Elettorale Centrale. Anche in questo caso, è caos. Certo è che vedersi portare via lo scranno pochi giorni dopo esserselo conquistati, sarebbe una beffa atroce per i consiglieri, che di fatto stanno facendo, in queste ore, un'altra, mini campagna elettorale.