TRAPANI. Se a Trapani non si raggiungerà il quorum del 50% dei votanti al ballottaggio, dove è in corsa per fare il sindaco solo Piero Savona (Pd) che dovrà ottenere comunque il 25% delle preferenze in caso di spoglio, decadranno anche i consiglieri eletti al primo turno nelle liste in appoggio ai candidati sindaco e sarà nominato un commissario unico. Lo spiega all’ANSA l’assessore regionale agli Enti locali, Luisa Lantieri, dopo un verifica fatta con l’ufficio elettorale della Regione siciliana dei dispositivi della legge del 97. «In base alla legge - spiega l'assessore Lantieri - se a Trapani non sarà eletto il sindaco non ci sarà ovviamente alcuna proclamazione, di conseguenza non si potranno insediare i consiglieri eletti». «In questa ipotesi - afferma l’assessore - sarà nominato dalla Regione un commissario unico che rimarrà in carica un anno». Lantieri sostiene che Trapani tornerebbe dunque a votare per sindaco e consiglio nella prima tornata utile, cioè alle amministrative del 2018. «Non si può votare a novembre in contemporanea alle regionali - prosegue - perché la sessione straordinaria è contemplata solo in caso di scioglimento di un comune per infiltrazioni mafiose». Se invece si raggiungerà il quorum al ballottaggio e Savona, l'unico in corsa dopo la decadenza di Mimmo Fazio, otterrà almeno il 25% delle preferenze, i consiglieri potranno insediarsi dopo la proclamazione del sindaco. «In questo caso - ricostruisce l’assessore - i seggi saranno ripartiti alla minoranza sulla base del risultato ottenuto al primo turno dal candidato sindaco perdente». Lantieri riconosce che «la questione è molto complessa» e auspica una modifica della legge elettorale per gli enti locali «anche perché ci sono tante cose che hanno creato problemi, come la doppia preferenza di genere, così com'è la norma si è lasciata molta interpretazione ai presidenti di seggio».